Rita Gay

Articoli scritti per DWF

Recensioni curate per DWF


Articoli scritti per DWF


Due allieve di Freud di fronte all'"enigma della femminilità",1976, anno I, n. 2, pp. 79-100

Helen Deutsch e Karen Horney, due allieve di Freud, hanno portato avanti le premesse freudiane sulla sessualità femminile, ma raggiungendo conclusioni opposte. È importante paragonare queste conclusioni poiché ognuna rispecchia posizioni ampiamente diffuse oggi.

Helen Deutsch accetta completamente l'assunto di Freud che la femminilità è istintiva e biologica e sostiene che la personalità femminile è contraddistinta da un erotismo specifico, sublimato e spirituale, che conduce la donna a identificarsi con l'uomo, rinunciando alla propria identità. Essa ritiene che la causa di ciò sia una passività masochistica, che la donna soddisfa completamente nella maternità, e che ciò le permette di trasferire il suo narcisismo sul figlio, e di soddisfare il proprio masochismo nella sottomissione e nel sacrificio di sé.

Karen Horney, d'altro canto, mette a profitto molte nuove scoperte etnologiche e antropologiche. Respinge l'idea di una natura immutevole degli istinti. Secondo lei la teoria freudiana della femminilità non rappresenta niente più che l'esposizione sistematica delle idee tipicamente maschili sulle donne. Si apre così una ricerca sulla personalità femminile, non in quanto determinata dall'istinto, come vuole la teoria freudiana, ma piuttosto considerata quale prodotto degli ideali maschili della società.

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BROWN PARLEE Mary - SHUCH MEDNICK Martha (a cura di GAY Rita), Psicologia della donna o contro la donna?, 1976, anno I, n. 4, pp. 51-87

I recenti studi americani sulla psicologia femminile offrono un panorama piuttosto significativo delle forme di avallo che offre, ancora oggi, la sedicente "scienza del comportamento umano" alla manipolazione ideologica di stampo maschile che le scienze, soprattutto le scienze umane, continuano ad effettuare contro le donne.

L'articolo di Mary Brown Parlee, che esamina la produzione psicologica più recente, mette in discussione le denominazioni antiche e nuove che la psicologia femminile si dà, in rapporto ai contenuti tradizionali e più recenti in questo campo di ricerca, (psicologia "della"donna? psicologia "contro" la donna? psicologia "per" la donna?) e presenta nella loro vera luce le infiltrazioni che infirmano alla base le teorizzazioni e le sperimentazioni che sono state fino ad oggi considerate rigorosamente scientifiche, vale a dire oggettive.

Il secondo articolo, di Martha Shuch Mednick continua l'approfondimento del panorama critico, cercando di tracciare un discorso in positivo sui contenuti specifici di una psicologia "femminile". La Mednick risale dunque al taglio androcentrico del pensiero di Freud, alla repressione sistematica di voci come quelle di K.Horney e di Clara Thompson. La Mednick esprime la necessità di gettare le basi di una costruzione corretta, che costituisca veramente una "riappropriazione", da parte della donna, della psicologia.
Rita Gay completa il dibattito con una breve introduzione.

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Appunti sullo stereotipo femminile nell'orientamento scolastico e professionale, 1977, n. 2, pp. 48-56

È un fatto che le donne in un sistema di repressione sociale o culturale sono sempre represse due volte, che esse vivono una doppia alienazione. La base ideologica arbitraria di molte ricerche psicologiche sull'orientamento professionale e scolastico non costituisce un'eccezione. Le analisi che si servono del concetto di istintualità riferendosi alle donne parlano di "tratti tipici", aggiungendo così al pregiudizio dei "tratti innati", subìto anche dagli uomini, il pregiudizio dei "tratti biologicamente determinati".

Rita Gay sotto questo aspetto prende in esame alcune ricerche e testi sulle attitudini professionali, i quali si basano su una polarizzazione implicita o esplicita in attitudini maschili e femminili, polarizzazione che è funzionale all'ideologia dominante nel sistema capitalistico. Così per esempio le donne si vedono attribuire un temperamento "intuitivo" - termine ambiguo e privo di un contenuto scientifico preciso - senza considerare che certi comportamenti o certi modi di pensare delle donne, anziché essere espressione spontanea, sono la reazione di soggetti oppressi a pretese, desideri, minacce e anche violenze da parte di coloro che le opprimono.

Partendo dalle caratteristiche tipiche e innate attribuite alle donne, si arriva subito all'individuazione di inclinazioni "femminili", a vocazioni "tipicamente femminili" perché fondate su un presunto senso materno e altruista e sull'assenza di un atteggiamento intraprendente, di iniziativa personale. Le donne che presentano inclinazioni che non corrispondono a questo stereotipo sono considerate donne con una personalità a dominanza mascolina. L'interiorizzazione dei ruoli spesso conduce le donne stesse a condividere i pregiudizi diffusi nei loro confronti.

L'autrice deplora il fatto che nelle ricerche psicologiche di genere manchi una valutazione critica degli elementi rilevati e denuncia l'uso politico di teorie che si basano su un'impostazione metodologica poco corretta che contribuisce alla ghettizzazione delle donne (e in senso inverso anche degli uomini) in certe professioni ed attività.

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Recensioni curate per DWF


MITCHELL Juliey, Psicoanalisi e femminismo, Torino, Einaudi (Nuovo Politecnico), 1976
rec. di Rita Gay, A. I, 1976, n. 3, pp. 167-169


MORGAN Patricia, Child Care: Sense and Fable
, prefazione di H.J. Eysenck, London, Temple Smith, 1975
rec. di Rita Gay, 1976, n. 1, pp. 148-150


Sesso amaro, Roma, Editori Riuniti, 1977
rec. di Rita Gay, 1977, n. 4, pp. 143-144


GIANI GALLINO Tilde, Il complesso di Laio. I rapporti familiari nei disegni dei ragazzi
, Torino, Einaudi, 1977
rec. di Rita Gay, 1978, n. 6-7, pp. 214-217


MORANDINI Giuliana, … E allora mi hanno rinchiusa. Testimonianze dal manicomio femminile, Torino, Bompiani, 1977
rec. di Rita Gay, 1979, n. 10-11, pp. 226-228

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