DWF
donnawomanfemme
Roma, Editrice coop. UTOPIA, 1986-

Genealogie del presente, 2001, n. 1

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FORTINI Laura
Nota della redazione, pp. 2-3

GIARDINI Federica - DE VITA Tonia - CORSI Rita
Introduzione, pp. 4-7

Pietre o piume: le parole tra noi, pp. 8-12

IRENE
Ritmo! La musica è cambiata, pp. 13-16

ROSA
Genealogie incomprese, pp. 17-20

MONICA
Partire da sé non è Partito, pp. 21-25

NOMADE GUARDONA
Vacanze romane, pp. 26-30

Individue letterarie, pp. 31-37

SIUPO
Il leone e la maestra, pp. 37-40

D.
L'ordine dei miei amori, pp. 41-43

Myfreda, pp. 44-48

ANGELA
La politica sotto le spine dell'esperienza, pp. 48-51

F.
Il posto dei libri, pp. 52-56

ILARIA
Salti di coscienza, pp. 57-61

RILANCI

LATTARULO Simona
A due anni dalla guerra, pp. 62-66

CAPUANI Monica
Intervista a Pieke Biermann, pp. 67-78

SELECTA

Schede e recensioni, pp. 79-92

Abstracts, pp. 93-95

Le autrici, pp. 96



FORTINI Laura, Nota della redazione, pp. 2-4

A partire dall'ultimo numero del 1999, DWF è stata coinvolta in un complesso ma potenzialmente fruttifero processo di scambio; la redazione ha chiesto di prendere parte alla riflessione ad alcune donne, molte già nostre collaboratrici, il cui contributo agli sviluppi politici e teorici del femminismo italiano è stato giudicato particolarmente significativo. Questo numero, curato da Federica Giardini, Tonia De Vita e Rita Corsi è il primo risultato del processo. Si parla della questione delle relazioni fra generazioni differenti di femministe, cercando di metterne a fuoco luci e ombre con l'adozione dell'artificio "letterario" della finzione epistolare con pseudonimo.

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GIARDINI Federica - DE VITA Tonia - CORSI Rita, Introduzione, pp. 4-7

Iniziando dalla crescente difficoltà nelle relazioni fra "donne venute prima" e donne più giovani, le redattrici ragionano non tanto sul problema generazionale, ma piuttosto sulla possibilità della produzione di nuove forme di politica.

Le difficoltà nelle relazioni intergenerazionali indicano un problema più generale, che concerne i mutamenti nella realtà, nella politica, e anche una sorta di resistenza delle donne che presero parte al femminismo negli anni Settanta nel rendersi conto che il tempo è trascorso. Come si può trovare una distanza che preservi l'ammirazione e il debito verso queste donne? Come possono le femministe più giovani rivoltarsi contro quello che non sentono più così forti senza commettere un "matricidio"?

La via scelta è sperimentale: tredici donne "venute dopo" - dopo la grande stagione femminista degli anni Settanta e Ottanta - scrivono una lettera immaginaria, non firmata con il vero nome delle autrici, ad una giovane amica a proposito della relazione con una donna più grande, parlando dei problemi e delle loro possibili soluzioni.

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Pietre o piume: le parole tra noi
, pp. 8-12

"Questa relazione ha bisogno di una svolta, di parole nuove, che sia un addio o il rilancio di una nuova sfida, e di ciò vorrei farmi carico". Apparentemente nulla è cambiato, le donne più giovani e quelle meno giovani continuano ad organizzare cose insieme, ma per rendere questo possibile le ambizioni stanno diventando sempre di meno. Le donne meno giovani, quelle che ci ritenevano così ambiziose, sembrano evitare conflitti. Da dove viene questa debolezza?

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IRENE, Ritmo! La musica è cambiata, pp. 13-16

"Mi dici: si balla in due, hai cambiato ritmo e non è detto che l'altra abbia fatto altrettanto". Ci sono molti tipi differenti di danzatori, ognuno che mostra la difficoltà e i piaceri del pas-à-deux. Ma l'asincronia è in crescita e ballare insieme sembra impossibile. Cosa va fatto? Spazio, tempo e ritmo: le parole che usano le donne più giovani, devono sorgere dai ritmi delle esperienze più personali.

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ROSA, Genealogie incomprese, pp. 17-20

"Il mito di Demetra e Core (...) io ho sempre nutrito una sorta di fede nelle relazioni fra donne (...) ma a volte mi pare che sono proprio loro, le più grandi, a non voler tagliare con una rappresentazione patriarcale della genealogia". C'è una differenza tra le possibili genealogie di oggi e quelle create all'inizio dell'ondata femminista degli anni Sessanta e Settanta. Le loro madri simboliche spesso erano vive solo nei libri che avevano scritto, con quelle reali la battaglia era stata spesso terribile; oggi al contrario la genealogia è in presenza.

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MONICA, Partire da sé non è Partito, pp. 21-25

"Non si può parlare sicuramente di libertà delle donne se non facendo il punto su dove e come le donne stanno oggi rispetto alla storia". Il Ventesimo secolo rappresenta la fine della politica intesa come spazio fra sé e l'altro. Possono le donne reinventare un nuovo progetto politico? Due sbocchi sono all'orizzonte, il problema generazionale e la comunicazione di una memoria storica. Ma questa possibilità è minacciata dal mancato riconoscimento delle donne più grandi che hanno scelto di agire secondo la logica più classica del potere istituzionale.

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NOMADE GUARDONA, Vacanze romane, pp. 26-30

"Ti prego, vieni, è sul rapporto fra donne di diverse generazioni... - No, mi annoio, non insistere. La mia parte l'ho fatta, ora tocca a te". Autorità, autorevoli donne e i loro terribili e deliziosi effetti: come è possibile accettare il suo rifiuto a condividere nuove sfide e battaglie con le più giovani?

Così inizia un viaggio nomade, alla ricerca di nuove situazioni, ma sembrano tutte un'alienante ripetizione, finchè non emergono nuove rappresentazioni.

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Individue letterarie
, pp. 31-37

"Sulle forme e sui modelli della trasmissione delle esperienze originarie del femminismo è possibile individuare diversi percorsi, teorie, pratiche individuali e collettive". C'è oggi un terreno condiviso? Ci sono alcune relazioni privilegiate, ma questo terreno comune non si esprime in parole o riconoscimenti, ma piuttosto in luoghi di lavoro condivisi, come l'università, dove le ricerche individuali entrano in contatto tramite il comune riferimento al "sapere delle origini".

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SIUPO, Il leone e la maestra, pp. 37-40

"È stato scoperto un capitolo inedito di Le petit prince (...) parla di un leone, non della volpe, anche se le situazioni si somigliano". I leoni che hanno una maestra imparano meglio come saltare nel cerchio di fuoco, hanno una voce in loro che li guida. Ma è abbastanza difficile essere "orfani di una maestra", sebbene in un modo inaspettato. Infatti il problema è: come si può diventare una maestra per le donne più giovani senza che qualcuno ci abbia insegnato ad esserlo?

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D., L'ordine dei miei amori, pp. 41-43

"Tu mi chedi di me e delle mie relazioni, dell'importanza e degli effetti che esse producono nella mia vita. Ti risponderò cercando di tracciare una sorta di fenomenologia delle mie relazioni essenziali: quale è la relazione che vivo come necessaria?". Primo, quella in cui la politica delle donne è condivisa oltre le differenze personali, è una "relazione dispari".

Secondo, l'insegnante di filosofia per la quale sussiste ammirazione e un senso di inadeguatezza, che induce tuttavia all'impegno personale. Terzo, quelle relazioni dove l'esperienza si mescola con l'abilità, la conoscenza e l'amore. La politica, la filosofia e le emozioni giocano un ruolo importante in ognuna di queste tre forme di amore.

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Myfreda
, pp. 44-48

"Quando Myfreda varcò la porta del convento, ad attenderla c'erano tutte. Molte avevano più anni di lei, e questo all'inizio la spaventò. Ma bastarono pochi giorni per capire quanto l'età non aveva importanza". Un giorno, in questo circolo felice di "sorellanza", arrivò una donna, lei era diversa, lei chiedeva parole. Myfreda amava cucinare, cosa poteva cucinare per soddisfare una donna eccezionale? Nonostante diversi tentativi, non trovava una soluzione, fino a che, un giorno, vedendo un'altra donna che iniziava a cucinare, prese un'altra decisione...

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ANGELA, La politica sotto le spine dell'esperienza, pp. 48-51

"Oggi la nostra sede è sembrata più che mai un molo vitale in un porto di mare. Piccolo. Giorno di festa per il varo di una piccola nave in un piccolo porto di mare". Lavorando dentro e fuori l'università è la messa in discussione che permette di mescolare il bisogno, la passione politica, il lavoro, le relazioni e la modifica del contesto in cui viviamo. Questa messa in discussione è sulla buona strada, iniziando da un lavoro condiviso.

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F., Il posto dei libri, pp. 52-56

"È di questo che ti voglio parlare. Dei miei libri e della loro disposizione (...) Ero convinta che l'ordine delle cose, o meglio, il posto delle cose, dipendesse da come ciascuna vede le cose. Favole." Traslocare in una nuova casa, mettere a posto i libri sugli scaffali è un modo per scoprire che il loro ordine racconta una storia, la storia della relazione con una donna e tutto il suo impegno politico. Questa è la cosa importante ereditata: un principio di ordine che si può scoprire e dimostrarsi utile in ogni nuova situazione ed esperienza.

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ILARIA, Salti di coscienza, pp. 57-61

"È stato un sollievo condividere uno spazio con alcune giovani donne, con le quali parlare in modo familiare e in più libero". È una scoperta, nel rispetto di confronti importanti ma a volte confusi con donne più grandi e con i loro lavori. Questa scoperta ha avuto anche un buon effetto nella relazione con una donna più grande responsabile della libreria delle donne dove l'autrice della lettera lavora: meno verticalità, più mobilità e libertà per entrambe.

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RILANCI

LATTARULO Simona, A due anni dalla guerra, pp. 62-66

La nuova rubrica della nostra rivista è dedicata ad alcune questioni sollevate nel n. 47 del 2000 di DWF, il numero in collaborazione con il gruppo romano <Balena> sulla guerra in Kossovo, discussa da una prospettiva femminista. Simona Lattarulo riporta la questione principale sollevata in reazione all'analisi politica di Balena, durante un incontro organizzato dal gruppo Koan e dal Centro Mara Meoni (Siena, Marzo 2001).

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CAPUANI Monica, Intervista a Pieke Biermann, pp. 67-78

Pieke Biermann, scrittrice tedesca, nata ad Hannover e attualmente stabilita a Berlino, prima prostituta e ora un'acclamata scrittrice di una serie di libri, la cui protagonista, Karin Lietze, è il capo di una squadra della Polizia Criminale di Berlino. Pieke Biermann parla della sua vita da prostituta, della folgorazione per Berlino avuta 25 anni fa e dei suoi personali ricordi della caduta del Muro. E ancora, del suo lavoro con una squadra speciale di poliziotti che ha a che fare con giovani neonazi, il soggetto del suo prossimo romanzo.

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