DWF
donnawomanfemme
Roma, Editrice coop. UTOPIA, 1986-
Sguardi e immagini, 1989, n. 8
EDITORIALE, Sguardi e immagini, pp. 5-10
Si presenta il corpo del numero come punto di partenza per un confronto col femminismo di altri paesi, per vedere come e quanto, e soprattutto quale differenza, differenza sessuale come forza produttrice, ma anche come costrutto e prodotto, emerga nelle analisi dei saggi pubblicati, che tutte indagano le modalità della rappresentazione quando la donna ne sia oggetto, soggetto, fruitrice (e dunque soggetto e oggetto nello stesso tempo). Che tutte indagano, cioè, un'area cruciale della costruzione/percezione del sé e del mondo. I saggi vengono contestualizzati in un discorso critico, con precisi riferimenti al rapporto tra pensiero femminista e pensiero filosofico postmoderno.
MELLENKAMP Patricia, Femminismo perturbante. I cadaveri squisiti di Cecilia Condìt, pp. 11-29
Due videofllm di Cecilia Condit: Beneath the skin (Sotto la pelle), 1981 e Possibly in Michigan (Forse nel Michigan), 1983, narrano storie meravigliose dal punto di vista della principessa, in una combinazione talvolta inconsapevole di Freud e Sexton. L'analisi di questi videofilm permette all'autrice di trattare, da un'ottica femminista, il dibattito sul postmoderno in rapporto soprattutto con le problematiche incentrate sulla nozione di "altro". Emerge una strana situazione di marginalità esibita e di centralità non detta del femminismo. Nel discorso postmoderno non è più la donna che è "incantatrice", così come invece avveniva nel pensiero moderno, ma lo è il femminismo in quanto solo gioco politico e teorico ancora vivo e produttivo.
STACEY Jackie, Cercasi differenza disperatamente. Considerazioni sul desiderio tra donne nel cinema narrativo, pp. 30-45
Punto di partenza sono i saggi di Laura Mulvey sul piacere che deriva dal fatto di guardare in modo voyerista e feticista, così come l'atteggiamento meno rigido del pubblico femminile nei confronti della produzione cinematografica. L'autrice intende dimostrare che, per le donne, non è possibile fare una distinzione tra "desiderio" e "identificazione", distinzione tipica della teoria psicoanalitica riguardo ai film. Vengono analizzati due film: Eva contro Eva e Cercasi Susan disperatamente.
KENT Sarah, Corpi d'uomo. 1. Restituire lo sguardo. 2. Il nudo erotico maschile, pp. 46-86
L'articolo si compone di due parti. La prima si intitola "Restituire lo sguardo" e la seconda "Il nudo erotico maschile". Gli uomini guardano le donne; le donne si guardano attraverso l'atto di essere guardate. Si tratta di una convenzione che regge le immagini delle donne e il rapporto che si stabilisce tra l'immagine e il pubblico. Quando questa convenzione viene rimessa in discussione, come avvenne in occasione della mostra" Women' s images of men" che si è tenuta a Londra nel 1980, subito si grida allo scandalo. Non è tanto l'esibizione del sesso maschile che sconvolge, anche se questo ha sicuramente importanza, quanto il sesso della persona che guarda. Infatti, in questa situazione, la sessualità femminile si afferma come una forza attiva e non come risposta al desiderio maschile. L'analisi è imperniata sul comportamento dell'uomo "modello" messo in una situazione da "pin up": atteggiamento non passivo del modello, difficoltà a rappresentarlo nudo, nella misura in cui il vestito riveste per l'uomo un'importanza più grande che per la donna in quanto espressione di uno status sociale ecc. Tutta questa analisi è condotta in parallelo con quel che l'autrice chiama "homo-erotismo" nell'arte e prendendo in considerazione l'assenza di punti di riferimento storici e teorici per le artiste donne.
CURTI Lidia, Genere e generi in TV, pp. 87-100
Il rapporto tra genere narrativo e identità sessuale è qui analizzato nella trasposizione televisiva. La rappresentazione stereotipa maschile e ancor più quella femminile resiste ancora, anche se cominciano a presentarsi delle eccezioni, come in Gran Bretagna negli anni '60 e, più recentemente, in Italia. La nuova percezione delle donne trova anche riscontro nell'iconografia delle serie televisive, che costituiscono il campo di indagine privilegiata di questo saggio. La conclusione è abbastanza positiva nella misura in cui il rapporto tra la forma narrativa da una parte e tra maschile e femminile dall'altra, permette di ridefinire gli stereotipi che non sono più rappresentativi della cultura popolare contemporanea da cui hanno origine le serie televisive.
FLAX Jane, Pensiero postmoderno e relazioni di genere nella teoria femminista, pp. 101-119
L'autrice parte dall'ipotesi che la teoria femminista si inscrive, in una certa misura, nella corrente della filosofia postmoderna - quella che rimette in discussione, in Occidente, i fondamenti dell'autorappresentazione - e che l'analisi delle relazioni di genere autorizza due serie di considerazioni: una nuova definizione della nozione di "genere" e la messa in discussione delle teorizzazioni marxista, psicoanalitica ecc. sul significato di 'relazione'. Da un punto di vista metodologico, è importante affermare che né la storia, né la scienza, né la ragione, né il progresso possono salvarci dalla parzialità e dalle differenze; al contrario, sono l'ambivalenza, l'ambiguità e la molteplicità che possono essere alla base di un ordine e di una struttura che verrebbero incontro ai nostri bisogni e, così facendo, fonderebbero le nostre relazioni.