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donnawomanfemme
Roma, Editrice coop. UTOPIA, 1986-
Passioni di scena, 1999, n. 41
EDITORIALE, Passioni di scena, pp. 2-5
Si vuole capire se sia possibile e produttiva in Italia una riflessione politica e teorica sul teatro e sul suo linguaggio, nelle sue caratteristiche costitutive, nelle sue espressioni concrete, nell'indagine delle figure femminili che lo popolano concretamente. Si esemplificano quali sono gli elementi del gioco teatrale che maggiormente si prestano ad una riflessione femminista e si enucleano alcune questioni che sono state poste a donne che frequentano il teatro e a donne che vi agiscono per professione.
BONO Paola, Potenzialmente sovversiva, pp. 5-13
Una riflessione personale e politica su alcuni aspetti dell'attività teatrale: l'itinerario di perdite e profitti del sé relativamente all'essere un attore/un'attrice; il potere proprio del teatro di rivelare la natura storica, costruita, di identità e ruoli che si assumono come immutabili; la spettatrice come un rivelatore sia della rappresentazione teatrale come di ogni altra "realtà".
CIXOUS Hélène, Marionetta sublime, pp. 14-18
Nell'intervista di Edda Melon H. Cixous spiega quale rapporto e quali differenze ci siano nella sua produzione tra la scrittura-fiction (che alcune/i hanno chiamato écriture féminine) e la scrittura-teatro, soprattutto facendo riferimento al suo profondo legame con il Théatre du Soleil.
MARIANI Laura, Una speciale intelligenza, pp. 19-26
L'autrice narra le origini della sua passione per il teatro e come l'intreccio con il femminismo l'abbia condotta ad indirizzare il suo lavoro di storica sulle figure delle attrici della fine dell'Ottocento e dei primi anni del Novecento in particolare. Il loro lavoro e la loro vita - come l'autrice argomenta con diversi esempi e approfondimenti - hanno avuto una precorritrice pregnanza teorica che solo oggi si mostra in tutta evidenza.
MASI Paola, La tosse di Dora, pp. 27-29
Quasi in un interludio di memoria, l'autrice racconta attraverso quali meccanismi i gruppi di autocoscienza degli anni Settanta fossero spesso occasione di rappresentazione e, attraverso di essa, di liberazione dalla sofferenza di essere donna. E come anche nelle manifestazioni pubbliche fossero usati a fini di comunicazione politica l'espressività corporea e il gioco teatrale.
GIORGI Stefania, Partitura e strumento. Intervista a Marisa Fabbri, pp. 30-37
Marisa Fabbri, attrice e regista teatrale, risponde alle questioni poste dall'editoriale sottolineando come le difficoltà del teatro nella società di oggi nascano dalla natura stessa del teatro: "L'attore è messaggero dell'autore, ma anche del pubblico. Da un attore contemporaneo si esige che sappia in quale società vive, qual è il senso comune, non il luogo comune, che la percorre. Questo non spaventa noi, ma spaventa gli spettatori".
CURINO Laura, La maschera fonica, pp. 38-44
Attrice e autrice, Laura Curino affronta tutte le questioni poste dall'editoriale ripercorrendo il senso di alcuni dei lavori da lei portati sulla scena con la compagnia Laboratorio Teatro Settimo di Torino. "Cerco - dice riassuntivamente - la ridondanza di personaggi femminili nella scrittura e sulla scena. Cerco il punto di vista femminile nel guardare alla storia e agli uomini che l'hanno determinata, con prevalenza pressocché assoluta, fino al secolo scorso. Scrivo tanto di donne e faccio scrivere alle donne la loro storia e anche la storia degli uomini".
MASCIOPINTO Rosa, Corpi e linguaggio: percorsi e riflessioni di una teatrante, pp. 45-50
Attrice, autrice, regista, l'autrice ripercorre il suo percorso di lavoro - più di recente anche come insegnante di improvvisazione e drammaturgia - attraverso esperienze molto varie che hanno alimentato la sua curiosità e la sua capacità di invenzione linguistica: "La geometria al servizio dell'emozione, l'intelligenza al servizio della sensibilità, la matematica al servizio dell'estro, la disciplina al servizio della fantasia".
CONTI Dodi, Faccio lavorare il mio mondo interiore, pp. 51-55
Annalisa Biondi intervista Dodi Conti. Attrice di teatro - ma anche con esperienze cinematografiche e televisive - Dodi Conti spiega come nascono i suoi testi e i suoi personaggi e quali sono per lei le differenze fra le diverse forme di spettacolo.
CLARKSON Giulia, Una provocazione inattesa, pp. 56-59
L'autrice propone la sua concezione del teatro come provocazione e trasgressione, scardinamento dei codici dati. Gli esempi si riferiscono al "teatro di strada" nel quale si è impegnata per alcuni anni.
ROSSI Daniela, Organizzo corpi sessuati, pp. 60-62
Organizzatrice teatrale sui generis, l'autrice dice di sé: "Quello che ho sempre fatto e continuo a fare tuttora è politica: lavorare su quello che per me è fondamentale, cioè rendere visibili le donne ( ) Godo perciò nell'essere alla scoperta di linguaggi che riescono a dare soddisfazione di quel taglio di diversità che so esistere in scena, quando le donne non abbandonano il proprio sé". L'ha fatto prima con il progetto "Riso Rosa", ricerca sul linguaggio ironico e comico delle donne, ed ora con il progetto "Rispondete per le Rime", censimento della poesia comica delle donne.
BERTELL Lucia - DEL BENE Roberta, Tra teatro e politica, più di un'amicizia, pp. 63-69
Le autrici ripercorrono le esperienze compiute per interrogarsi sul senso del teatro di ricerca nella nostra società, in cui anche l'attività teatrale sembra utilizzata per coltivare spazi individuali di generica formazione. D'altra parte, "la famelica capacità del Mercato di inglobare linguaggi, strumenti, esperienze, rende sempre più difficile al teatro per il teatro la significazione della sua propria differenza, del suo farsi primariamente produttore di senso e di comunità".
CIXOUS Hélène, La mia Algeriance, pp. 70-92
L'autrice racconta la sua infanzia in Algeria, il costante sentimento di non avere radici in nessun luogo, di essere paria - né araba né francese, forse berbera, di origini ebreo-tedesche - in un mondo ferocemente diviso, francese solo per gratitudine e "per ospitalità infinita della lingua". E di come oggi in Francia abbia ritrovato un nuovo rapporto con l'Algeria "dalle braccia di donna", un rapporto pieno di tante cose che lei chiama Algeriance.