DWF
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Roma, Editrice coop. UTOPIA, 1986-
Scritture del mondo, 2000, n. 45-46
Nota della redazione, p. 2
Questo numero è il risultato della collaborazione con la Società Italiana delle Letterate. Vengono pubblicate le relazioni presentate a un convegno organizzato dalla SIL.
BONO Paola - FORTINI Laura, Scritture del mondo, pp. 3-4
Le autrici, che fanno parte sia della redazione di DWF sia della Società Italiana delle Letterate, spiegano brevemente le ragioni di questa collaborazione.
CRISPINO Annamaria, Genere/azioni, pp. 5-7
Crispino, presidente della SIL, spiega i fini dell'associazione delle donne in letteratura (critiche, scrittrici, giornaliste, ecc.) e presenta le recenti e prossime iniziative.
RICCIO Alessandra, Ena Lucia Portela: cacciatrice e preda, pp. 8-18
Nata a La Havana nel 1972, Ena Lucia Portela è una delle maggiori scrittrici dei post-novìsimos, l'ultima generazioni di scrittori cubani, le cui opere sono spesso scarsamente pubblicate. Questo movimento è cresciuto in una situazione intellettuale complessa, in cui l'assenza di un "mercato" e delle sue regole ha paradossalmente permesso una grande libertà dalla censura come anche dall'autocensura, essendo la posta in gioco "virtuale" e la possibilità di essere pubblicati e letti minima. Riccio analizza due racconti brevi di Portela sottolineando il modo in cui trasgredisce le regole del genere, attraverso la presenza di molte voci narranti che si contraddicono l'un l'altra, riraccontando la stessa storia ancora e ancora; nel procedere della narrazione il soggetto dell'enunciazione, diabolicamente ingenuo, viene presentato e negato, ai confini tra storia e discorso.
PORTELA Ena Lucia, Bad painting o "l'innocenza del soggetto", pp. 19-21
Recensendo il libro in spagnolo della scrittrice russa Ana Lidia Vega Serova, Portela riflette sulle nuove possibilità che una presa di distanza dalla tradizione, anche quando si tratta di una tradizione di genere, apre per un soggetto "innocente".
CALABRESE Rita, Vivere la sua piccola vita, pp. 22-35
In questa rassegna sulle giovani scrittrici tedesche, Calabrese individua i punti salienti di questa nuova generazione: la loro identità composita e la loro consapevolezza di una complessità che va costantemente interrogata e ridefinita. Libere dalle ombre passate della Germania nazista, queste scrittrici si centrano sul presente, descrivendo minutamente i piccoli eventi della vita quotidiana, con uno sguardo insieme ironico e malinconico.
BARTULI Elisabetta, Le ragazze del Cairo, pp. 36-47
La scena culturale egiziana può essere un buon esempio del mondo arabo. Le donne che scrivono negli anni novanta - e che continueranno a scrivere nel prossimo secolo - appartengono a diverse generazioni che, come spesso accade in paesi non occidentali, si sono susseguite nell'entrare e condividere la scena letteraria degli ultimi venticinque anni. Le più giovani sono diverse dalle altre per il loro aperto individualismo e il loro stile minimalista e "postmoderno". Tuttavia la ricezione delle loro opere muta, che si tratti del mondo arabo o dei paesi occidentali dove vengono considerate non sufficientemente esotiche.
PUTINO Angela, Ingeborg Bachmann. Entrare nel deserto, pp. 48-53
Leggendo il libro incompiuto di Bachmann sul deserto, Putino riflette sul deserto come unico spazio per un "io" in fuga, un "io" che è il soggetto del maschio bianco occidentale e colonizzatore; correre allora via dal e verso quel deserto, dove le pratiche discorsive di questo "io" - segni, trappole, bugie - vengono svelate.
RICALDONE Luisa, Uscire dall'Occidente. Donne e harem nelle esperienze di viaggio di Amalia Nizzoli, Cristina di Belgioioso e Matilde Serao, pp. 54-73
Racconti di donne, dei viaggi e esperienze nel mondo islamico, hanno cambiato la rappresentazione dell'harem e delle loro abitanti: dal luogo di un'esotica sessualità, proposto nei racconti maschili e dominante nell'immaginario occidentale, a una più realistica descrizione di luoghi di costrizione e talora di sofferenza.
GIARDINI Federica (a cura di), Di cosa soffre la critica femminista? Politica, sapere, università in uno scambio tra studiose nord-americane, pp. 74-99
Presentando alcuni estratti del dibattito tra Susan Gubar, Robin Wiegman e Carolyn Heilbrun, pubblicato su "Critical Inquiry" nel 1999, Giardini sottolinea come le questioni affrontate vadano considerate in rapporto alla situazione italiana, dove i problemi dei rapporti tra accademia e femminismo sono diversi da quelli statunitensi.