DWF
donnawomanfemme
Roma, Editrice coop. UTOPIA, 1986-
Spazio, 2002, n. 3-4
EDITORIALE, Spazio, pp. 2-4
La
lettera d'invito: sessuare lo spazio, pp. 5-7
L'incontro, pp.
8-43
Discussione (Vita
Cosentino, Donatella Alesi, Maria Luisa Boccia, Rosetta Stella, Laura Gallucci,
Paola Bono, Federica Giardini, Laura Fortini, Patrizia Cacioli, Paola Masi)
e commento (Chiara Zamboni). Spazio - perché il femminismo sta cambiando
registro , le donne sono cambiate, il mondo è cambiato. Il problema è:
come? Come fare a vivere - oggi, dopo questi cambiamenti - gli spazi "pubblici"
che condividiamo con altre donne e uomini? Come fare (farlo?) a rendere visibili
in questi spazi le vittorie del femminismo e il suo impegno politico? Su questi
problemi la redazione ha invitato alla discussione alcune donne la cui presenza
all'interno del femminismo italiano è stata significativa. La lettera
d'invito sottolinea l'urgenza di leggere politicamente i percorsi della presenza
delle donne negli spazi pubblici, i modi della loro "sessuazione".
La discussione, preceduta e seguita da scambi di opinioni scritte, ha parzialmente
risposto alle domande e ne ha poste di nuove. I termini del problema ( personale/politico/pubblico,
linguaggio, ordine simbolico) sono stati esaminati attraverso esempi concreti,
mettendo a confronto i differenti modi di sperimentare e sessuare lo spazio.
Non è stata raggiunta una conclusione, né era voluta.
POLIEDRA
CENTI Simona (presentata da ALBANO Lucilla), Masochismo, piacere visivo, potere eversivo, pp. 51-66
Lucilla Albano soprintende alla dissertazione di Simona Centi sulla quale è basato questo articolo. Centi attinge alla teoria di Gaylyn Studlar sul piacere masochistico cinematografico (vs. l'interpretazione accettata della posizione voyeuristica associata al sadismo) per sottolineare sia il suo potere eversivo sia le sue potenzialità come strumento d'interpretazione. L'ipotesi della Studlar è esemplificata in una lettura della produzione di Joseph Von Sternberg come macrotesto masochista, e, all'interno di questo, della sua più significativa icona femminile: Marlene Dietrich.
CENZON Paola (presentata da ZAMBONI Chiara), Virginia Woolf: la capra che fa la differenza, pp. 67-88
Introdotta da Chiara Zamboni, che soprintende alla sua dissertazione, Paola Cenzon esplora vita e morte della Woolf, ascoltando la sua voce alla luce dei problemi di oggi. Il suo soprannome, "caprona", diventa una chiave interpretativa: "nella capra c'è stranezza, disagio, gioco, differenza, atipicità, intelligenza, curiosità, la capra è sofferenza e riso". Nella lettura della Woolf di Cenzon, l'immagine della capra diventa l'immagine di quella differenza femminile che fu per la Woolf fonte di significato e che anche lei significò per molte altre donne.
SAPEGNO Maria Serena - STORINI Monica - GIULIANI Fabrizia - AA.VV. del "Laboratorio", Laboratorio di Letture "Sguardo sulle differenze", pp. 89-126
L'esperienza del "Laboratorio di letture: sguardi sulle differenze", al suo terzo anno, è raccontata qui da un gran numero di partecipanti abituali. Si tratta di incontri aperti che si svolgono all'Università di Roma "La Sapienza" presso la Facoltà di Scienze Umanistiche. Il lavoro comune è basato sullo scambio di vedute su alcuni dei maggiori testi del pensiero femminista internazionale: in ciascun incontro tre donne di generazioni differenti sono chiamate a dire la loro opinione su un testo o un'esperienza politica e/o culturale significativa e a discuterne con i partecipanti. Dalle differenti voci raccolte in questo numero è possibile farsi un'impressione della varietà dell'approccio e della diversa concettualizzazione di questa stimolante esperienza.
SELECTA
Il libro, MASI
Paola - GIARDINI Federica, Vite al lavoro, BASILE Elena, Questa specie non è
due, pp. 127-151
La differenza politica. Donne e cittadinanza, il recente libro di Maria Luisa Boccia (Il Saggiatore, Milano, 2002) è il punto d'inizio di una riflessione in cui Masi e Giardini mettono in luce i punti forti del libro oltre alle questioni che lascia aperte. Basile riflette sui limiti del discorso sulla madre, dominante specialmente nel femminismo italiano negli anni '90, e propone di ripensare un aspetto della maternità che non riguardi più esclusivamente la differenza sessuale, ma che abbracci la questione della specie.