Si sono incontrate in Francia provenendo da due parti d’Italia diverse: la Sicilia e il Friuli, dove la sensazione comune è quella d’impotenza diffusa e soffocante causata dal dominio e dalla connivenza tra Stato e Mafia che si sostengono attraverso sistemi clientelari, il potere mediatico, l’istituzione familiare, la morale cattolica. Abitano a Parigi, nonostante la tensione insopportabile tra la ricerca (di condizioni di vita felici) e le imposizioni governative francesi. Lavorano alla messa in relazione di vissuti diversi principalmente attraverso l’uso politico di mezzi comuni, pratiche di migrazione e forme di autoantropologia. Sono impegnate nella creazione di reti e relazioni politiche trans-generi; ne è un esempio la collaborazione con Ser La Chatte, che ha disegnato le immagini presenti nell’articolo. Lo pseudonimo – variabile – è una strategia contro l’ambizione all’affermazione identitaria dettata dal potere, l’anonimato è un punto in comune con coloro con cui condividono la marginalità, l’esclusione e la scelta di allontanarsi – rischiando – dai territori d’origine.