Ragazze, donne, ricercatrici, mamme, lavoratrici precarie senza nome: per scelta politica, per denuncia, per farsi collettività tra l’accademia e il resto del mondo; donne e femministe che dialogano in collettivo, che attraversano spazi e contesti femministi, facendo dell’autodeteminazione un punto fondamentale delle loro pratiche. Facendo del partire da sè femminista uno strumento di lotta politica, le imperterrite vogliono costruire reti e alleanze che possano spostare quell’asse
patriarcale strutturale, alla base delle dinamiche e asimmetrie di potere all’interno dell’università.