BUFERA CANTO V, DWF (63-64) 2004, 3-4

Editoriale

Questo numero continua la sperimentazione di nuovi modi di produrre la rivista. In genere, la “materia” di un numero è scelta in relazione ad una specifica proposta di una delle redattrici o per il suo chiaro significato politico nel presente. La materia è quindi setacciata almeno per un mese (a volte di più) negli incontri settimanali della redazione per preparare un breve schema scritto che viene poi passato alle donne che potrebbero collaborare con un articolo.

Il fatto che in questo caso la proposta della “materia” venga da una donna al di fuori della redazione (Rosetta Stella), una sorta di “redattrice ospite” in stretta collaborazione con una redattrice (Federica Giardini), denota un significativo distacco dalle procedure usuali.

Il punto di partenza del numero è il Canto V dell’Inferno di Dante come pretesto per riflettere sullo stato presente delle relazioni fra donne e uomini e, più in generale, sull’eterna questione dell’amore. La scelta delle collaboratrici è stata di Stella e Giardini ma i pezzi sono stati anche discussi in redazione.

(fg)

Indice

MATERIA

A PARTIRE DAL CANTO
Il Canto V dell'Inferno di Dante è un passo classico dell'educazione sentimentale sia delle donne sia degli uomini. Qui è un pretesto per giocare con la sua avveduta poesia, per esserne trasportati ma anche per metterla in discussione, per ridicolizzarlo con una ironia che prende vita dal confronto con le nostre stesse vite o per seguire i suoi significati per poi dar loro una svolta inaspettata. Osservando le parole ai margini di un'interpretazione stravolta, fra donne. Le prime tre donne (Stella, Giardini, Chiaromonte, Fiori) discutono il Canto, quindi domandano ad altre (Rossi, Tatafiore, Mambro, Vantaggiato, Scaraffia) di fare lo stesso. Le riflessioni che ne scaturiscono delineano un quadro dell'amore come è vissuto oggi.
LA BOCCA MI BACIO' TUTTO TREMANTE
E IL MODO ANCOR M'OFFENDE
AMOR, CH'A NULLO AMATO AMAR PERDONA
QUE' DUE CHE INSIEME VANNO/ E PAION Sì AL VENTO ESSER LEGGIERI
MA DIMMI: AL TEMPO D'I DOLCI SOSPIRI
CHE LA RAGION SOMMETTONO AL TALENTO
VOLENTIERI PARLEREI A QUE' DUE CHE INSIEME VANNO,/ E PAION Sì AL VENTO ESSER LEGGIERI
AMOR, CH'A NULLO AMATO AMAR PERDONA/ […] AMOR, CH'AL COR GENTIL RATTO S'APPRENDE
LA BUFERA INFERNAL, CHE MAI NON RESTA
PER LA GENTE ETRUSCA. Traduzione di Paola Bono
Il testo è la traduzione italiana della famosa conferenza tenuta da DuPlessis 25 anni fa e pubblicata in "The Pink Guitar. Writing as Feminist Practice", New York and London: Routledge, 1990. Nell'introduzione, Paola Bono riflette sulle ragioni politiche e culturali che hanno ostacolato finora la traduzione di un testo così importante nella cultura femminista e nella critica letteraria anglosassone.
UN ESEMPIO DI AUTORITA' FEMMINILE NEL SEICENTO. Elisabetta di Boemia

RILANCI

VUOTI E TRASPARENZE DELL'ETICA PREVENTIVA. In margine a DWF, 'L'algebra della prevenzione'

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RECENSIONI