Dibattito [Chi, per chi, come. La ricerca scientifica dalla parte della donna]
La ricerca scientifica dalla parte delle donne è il tema di un dibattito che ha avuto luogo tra le redattrici di “nuova dwf”, Annarita Buttafuoco, Tilde Capomazza, Maria Teresa Morreale, Maria Grazia Paolini, Biancamaria Scarcia, Dora Stiefelmeier, Flo Westoby, con la partecipazione di Luciana Di Lello, femminista italiana impegnata nella ricerca.
Lasciando da parte i problemi di ordine metodologico, gli interventi si sono concentrati sulle implicazioni politiche del lavoro scientifico – termine d’altra parte contestato – effettuato dalle donne, vale a dire da un gruppo socialmente oppresso; sulle difficoltà che le donne che si impegnano nella ricerca trovano di fronte a un sistema disciplinare concepito esclusivamente da uomini, con tutte le distorsioni che ne conseguono; sulla necessità quindi di rivedere criticamente e spesso di mettere in discussione non solo le metodologie in uso nelle diverse discipline, ma anche i concetti stessi che sono alla base delle elaborazioni teoriche.
Poiché tutte le redattrici sono attive nel campo delle scienze sociali, nel dibattito non sono state prese in considerazione né la situazione né i problemi particolari delle donne che lavorano nel campo delle scienze “esatte”. Con riferimento alle ricerche sociali che hanno per oggetto le donne o una pretesa condizione femminile, l’imperativo categorico che è stato messo in evidenza è quello di una storicizzazione permanente sia dell’oggetto che del soggetto della ricerca. Ciascuna redattrice ha esposto i problemi particolari della sua materia e ha parlato delle esperienze personali nella vita universitaria e nel lavoro di ricerca.
La seconda parte del dibattito è stata dedicata ai fini e ai problemi della rivista, alle strategie di ordine politico, all’individuazione di un pubblico, alle forme di espressione e di linguaggio più appropriate. Tilde Capomazza ha tirato le conclusioni precisando anche i legami della rivista con il movimento femminista e, in generale, con tutte le donne coscienti della loro oppressione e pronte a lottare e ad unirsi.