#FEMMINISTE. Corpi nella rete, DWF (123) 2019, 3

Editoriale

Alla piccola Nina, nuova bambina di Dwf

Ad ogni risveglio, allunghiamo la mano e con gli occhi ancora socchiusi controlliamo chat, social network, prime pagine dei giornali on line. Per raggiungere un posto seguiamo Google Maps e condividiamo geo localizzazioni con le persone per avvertirle che stiamo arrivando. Durante la giornata, navighiamo nel web per informarci sugli eventi cui vogliamo partecipare, o per comunicare che ci saremo, o almeno che ci interessano. Abitiamo luoghi virtuali attraverso strumenti che ci permettono di entrare e uscire. Smartphone, tablet, smartwatch, computer: appendici che, più o meno consapevolmente, trasformano le possibilità dei nostri corpi. Più che del diventare cyborg – come evocato da Haraway – questo processo ha del “essere connesse”. Continuamente, costantemente, in ogni dove. Una mutazione antropologica, dunque?

Arrivate a questo punto ci è sembrato che per DWF fosse il momento di (ri) aprire una riflessione, situata e femminista, sul ruolo che la comunicazione e la connessione hanno nella nostra esperienza individuale, e soprattutto collettiva. Se la ritualità accennata in apertura riguarda la dimensione individuale, esiste una ritualità collettiva che interessa i movimenti femministi? Negli anni Settanta la notizia di un corteo, di una iniziativa, di un incontro, viaggiava sul “tam tam”. Bastava un gettone telefonico: una compagna avvertiva un’altra, e quest’ultima un’altra ancora, così a catena le donne si ritrovavano in piazza in migliaia. Oggi viene da chiedersi se la relazione in presenza, che è stata il presupposto del femminismo, ha ancora un ruolo cosi fondante visto che ‘ritrovarsi’ può voler dire riunirsi o rivedersi, ma anche connettersi a una piattaforma digitale o tramite un canale di messaggistica istantanea come Whatsapp. Una nuova Rete si è distesa: una rete virtuale, pervasiva, e che interessa anche la politica (non solo quella femminista). Possiamo affermare senza troppe remore che negli ultimi tre anni la Rete ha legato a livello transnazionale l’emersione di rinnovati movimenti femministi – dall’Argentina alla Polonia, dal Brasile all’Italia, dal Cile alla Turchia, dalla Spagna agli Stati Uniti e così via. Possibilità di connessione e comunicazione inedite, che rendono immediata la trasmissione di messaggi, meme, gif animate, documenti, comunicati, video, azioni, mail, foto. Il video El violador eres tu del collettivo cileno Lastesis, una performance di donne bendate che cantano e danzano una canzone ritmata contro la violenza degli uomini sulle donne, è nella sua viralità emblematico.

In poche ore è stato diffuso sul web, nell’arco di una settimana in centinaia di città del mondo la performance è stata riproposta da collettivi femministi locali e nuovamente diffusa sul web. Il ‘contagio’, o la ‘storm’, la tempesta, sono dinamiche comunicative che all’incrocio tra tecnologia e politica rendono alcuni contenuti più o meno (in)visibili.

Indice

MATERIA

DI STEREOTIPI E ALTRE RAPPRESENTAZIONI
Questo contributo riflette sull’importanza che la rappresentazione ha avuto nella costruzione delle donne come genere, a partire dalle figure di streghe, folli o indomabili, fino ad oggi. In maniera pervasiva le nuove tecnologie e piattaforme digitali sono intervenute nella modifica di tali rappresentazioni, aprendo talvolta scenari inattesi, come nel caso del movimento #metoo e della denuncia da parte delle attrici nel mondo del cinema della diffusa condizione di sessismo.///This contribution reflects on the importance that representation has had in the construction of women as a gender, starting with the figures of witches, crazy or indomitable, until today. In a pervasive way new technologies and digital platforms have intervened in the modification of such representations, sometimes opening unexpected scenarios, as in the case of the #metoo movement and the denunciation by actresses in the world of cinema of the widespread condition of sexism.
DAL WEB 2.0 ALLA RETE FEMMINISTA. LIMITI, CONTRADDIZIONI, RESISTENZE
Attraverso una ricostruzione minuziosa dei tipi, funzioni e limiti di varie piattaforme e tecnologie digitali, il contributo fa luce sulle contraddizioni troppo spesso invisibili degli strumenti ormai parte della nostra quotidianità. Cercando di sfidare la tendenza a viverli come neutrali, l’articolo invita a una riflessione critica e profonda nell’utilizzo di tali strumenti. Se è vero che possono diventare strumenti di organizzazione politica femminista, è vero anche che per farlo serve saperli conoscere e sovvertire.///Through a detailed reconstruction of the types, functions and limitations of various digital platforms and technologies, the contribution sheds light on the all too often invisible contradictions of the tools that are now part of our everyday lives. Trying to challenge the tendency to live them as neutral, the article invites a critical and profound reflection in the use of such tools. While it is true that they can become instruments of feminist political organisation, it is also true that to do so we need to know and subvert them.
FACEBOOK RED, FACEBOOK BLUE. GOVERNANCE E RESISTENZE TRANSFEMMINISTE NELLE PIATTAFORME
Ragionando su due nodi di analisi principali di analisi, quello di proprietà e quello di governo, l’autrice passa in rassegna le piattaforme digitali come luoghi tutt’altro che neutri nella costruzione della vita sociale, politica ed economica contemporanea. Tenere a mente questi due nodi è l’unica strada per immaginare altre forme di resistenza politica femminista che, senza essere fagocitate dal processo, riescano invece ad elaborare forme sovversive e dissacranti di contra-internet.///Reasoning on two main nodes of analysis, that of ownership and that of government, the author reviews digital platforms as far from neutral places in the construction of contemporary social, political and economic life. Keeping these two nodes in mind is the only way to imagine other forms of feminist political resistance that, without being swallowed up by the process, allowed us instead to elaborate subversive and desecrating forms of contra-internet.
LO SPAZIO IMPREVISTO. LEGAMI FEMMINISTI IN AMBIENTE DIGITALE
Attraverso un dialogo a più voci, indicate da segni grafici, il contributo ragiona su nuove tecnologie, piattaforme digitali, resistenze femministe. Più che proporre risposte definitive su nodi ancora aperti, l’articolo apre a una riflessione ondivaga, radicata nelle esperienze, sempre mutevole, in cui la messa in pratica degli strumenti digitali incrocia i percorsi individuali e collettivi, e in cui le contraddizioni emergono nella relazione e solo nella relazione possono provare ad essere risolte.///Through a multi-voice dialogue, indicated by graphic signs, the contribution reasons about new technologies, digital platforms, feminist resistance. Rather than proposing definitive answers on still open knots, the article opens up to a wavering reflection, rooted in experiences, always changing, in which the implementation of digital tools crosses individual and collective paths, and in which contradictions emerge in the relationship and only in the relationship can be resolved.
PANTONE RUBINO RED: COME NASCE UN MARCHIO FEMMINISTA
A partire da una conversazione intima e informale, il contributo ricostruisce la storia della nascita delle matrioske, figure iconiche del movimento italiano di Non Una di Meno. Dialogando con la grafica che gli ha dato vita, le riflessioni contenute nel contributo sono volte a far luce sull’importanza degli immaginari nei movimenti contemporanei. Tali immaginari giocano su vari livelli, di cui quello delle piattaforma digitali è uno dei centrali nella diffusione e comprensibilità del messaggio.///Starting from an intimate and informal conversation, the contribution reconstructs the history of the birth of matrioske, iconic figures of the Italian movement of Non Una di Meno. Dialoguing with the woman that gave birth to them, the reflections contained in the contribution are aimed at shedding light on the importance of the imaginary in contemporary movements. These imaginaries play on various levels, of which the digital platform is one of the central ones in the diffusion and comprehensibility of the message.
COMUNICAZIONE DI UN CERTO GENERE. L’ESPERIENZA DELL’AGENZIA DI COMUNICAZIONE FEMMINISTA COMUNICATTIVE
Il contributo, a partire dall’esperienza dell’autrice, ripercorre le tappe biografiche che l’hanno portata a incrociare da un lato la realtà dei movimenti femministi e lesbici, e dall’altro la comunicazione. A partire dalla congiunzione di queste due passioni nasce l’esperienza di un’agenzia di comunicazione di un altro genere, dove non solo i contenuti prodotti ma anche il modo di lavorare assecondano un modo diverso, e femminista, di organizzare le relazioni e il lavoro.///The contribution, starting from the author's experience, retraces the biographical stages that led her to cross the reality of feminist and lesbian movements on the one hand, and communication on the other. From the conjunction of these two passions comes the experience of a communication agency of another kind, where not only the content produced but also the way of working is in line with a different, feminist way of organizing relationships and work.
OLTRE LA DENUNCIA. CREARE COMUNITÀ VIRTUALI
A partire dall’esperienza di Obiezione Respinta, piattaforma che da diversi anni mette in rete e da voce ai casi di aborto, l’articolo riflette sulla possibilità di trasformare una rete virtuale in una realtà comunitaria offline. Se è vero che il progetto nasceva stimolando le persone singole a contribuire e così a mettersi in rete, la posta in palio politica è anche quella di trasformare i confini tra il virtuale e la materialità delle vite, dando origine a comunità dalle molte forme.///Starting from the experience of Obiezione Respinta, a platform that for several years has been networking and giving voice to abortion cases, the article reflects on the possibility of transforming a virtual network into an offline community. If it is true that the project was born by stimulating individuals to contribute and thus to put themselves online, the political stake is also to transform the boundaries between the virtual and the materiality of lives, giving rise to communities of many forms.
LA COMPLESSITÀ DEL #METOO IN EUROPA
Attraverso un lavoro di analisi sui flussi di tweet intercorsi a livello internazionale nel periodo della campagna del #metoo, le autrici mettono in luce la duplice funzione ottenuta dalla campagna, di denuncia ma anche sensibilizzazione orientata al cambiamento sociale. Il lavoro sulla presenza digitale di tale movimento aiuta anche a delineare alcune traiettorie in termini di politiche pubbliche, invitate a una maggiore sensibilizzazione e attenzione verso le tematiche di genere, anche tramite l’utilizzo dei social, a raccogliere maggiori dati sul fenomeno della violenza e a rafforzare un quadro legislativo tuttora debole.///Through an analysis of the international tweet fluxes during the period of the #metoo campaign, the authors highlight the dual function of the campaign, of denouncing but also of raising awareness for social change. The work on the digital presence of this movement also helps to delineate some trajectories in terms of public policies, which are called for greater awareness and attention to gender issues, including through the use of social media, to collect more data on the phenomenon of violence and to strengthen a still weak legislative framework.
VOCI LESBICHE AUTOGESTITE. RADIO E RIVISTE ALLA NASCITA DEL MOVIMENTO DELLE LESBICHE IN ITALIA
Attraverso un profondo lavoro di ricostruzione storica, il contributo racconta dell’importanza dell’utilizzo delle radio agli albori del movimento delle lesbiche in Italia. I media autogestiti, fondamentali nella galassia dei movimenti degli anni Settanta, diventano per le lesbiche uno strumento di presa di parola e di visibilità, in un momento storico in cui questi due obiettivi rappresentano il cuore rivendicativo del movimento.///Through an in-depth historical reconstruction, the contribution recounts the importance of the use of radios at the dawn of the lesbian movement in Italy. The self-managed media, fundamental in the galaxy of the movements of the 1970s, became for lesbians an instrument of word taking and visibility, in a historical moment in which these two objectives represent the claiming heart of the movement.

POLIEDRA

SOY FEMINISTA
Il contributo, appassionante e carnale, passa in rassegna la biografia dell’autrice attraverso alcuni nodi fondamentali: quello della violenta repressione argentina e dei desaparecidos, quello della scoperta del femminismo e della potenza che ne deriva, la convivenza con il virus dell’HIV. Questi e molti altri elementi diventano il terreno su cui costruire, in maniera situata e sempre mutevole, la capacità di dirsi femministe, e di agire il cambiamento nella propria vita e nel mondo.///The contribution, exciting and carnal, reviews the author's biography through some fundamental knots: that of the violent Argentinean repression and desaparecidos, that of the discovery of feminism and the power that derives from it, the coexistence with the HIV virus. These and many other elements become the ground on which to build, in a situated and ever-changing way, the ability to call oneself feminist, and to act the change in one's own life and in the world.

SELECTA

Recensioni: Camilli/Capesciotti; Rodano/ Bertuzzi, Caciagli, Caruso