FEMMINISMO/SOCIALISMO – PARTITI/MOVIMENTO, Nuova DWF (14) 1980
Editoriale
Indice
RIPENSARE LA POLITICA
Sulla scorta di un saggio di Sheila Rowbotham, nel numero si pongono alcuni interrogativi sul senso della politica e sul rapporto tra femminismo e socialismo. Si constata però che - a giudicare dall'esiguità del numero delle risposte ricevute in rapporto alle molte donne interpellate - "sembra esserci uno spostamento di interesse del movimento italiano (o di molte femministe italiane) su altri temi di intervento, con un dato di rifiuto della politica che pare quasi nascere da un senso di saturazione".
Si annuncia che la redazione si scioglie e che la rivista sarà diretta e prodotta da un altro gruppo redazionale, con la collaborazione di un Comitato di consulenza.
IL MOVIMENTO DELLE DONNE E LA COSTRUZIONE DEL SOCIALISMO
[scelta di brani e traduzione di A. Buttafuoco, D. Lodi e M.G. Rossilli]
Nel saggio si esaminano le teorie dell'organizzazione, la formazione delle idee e del gruppo dirigente, la questione della democrazia, il rapporto tra avanguardie e masse, in sostanza la concezione e il ruolo del partito in tutte le formazioni storiche socialiste che si richiamano al marxismo.
L'autrice vuole valutare quale sfida il movimento delle donne, e più segnatamente il movimento femminista, porti a tali concezioni, dal momento che non utilizza più il concetto di sfruttamento ma quello più ampio di oppressione e si qualifica quindi non come agente oppure occasionale alleato, ma come vero e proprio soggetto politico. Da tale sfida nasce la necessità di un ripensamento complessivo del modo di intendere il socialismo e la messa in discussione delle sue forme politiche.
...LA NOSTRA STORIA È APPENA COMINCIATA. Note sul saggio di Sheila Rowbotham
Riassume le argomentazioni di Rowbotham e le rilegge alla luce della propria esperienza nel movimento di emancipazione in Italia, in presenza e in collegamento storico con il carattere di "partito nuovo" assunto dal Partito Comunista Italiano nel dopoguerra. Non la convince il tentativo di Rowbotham di rinnovare il concetto stesso di socialismo.
"Dal momento che io credo che ci stia davanti il compito di creare le condizioni per la maturità del cambiamento, il problema, infatti, non è mettere in crisi i modi di organizzazione che nella storia si è data la lotta per il socialismo; ma è, mi sembra, quello di creare e di inventare, mettendo in crisi il presente, lo strumento storico per la lotta di liberazione. (…) Proviamoci, e teniamo sgombra la strada: la nostra storia è appena cominciata".
MOVIMENTO FEMMINISTA E MARXISTI-LENINISTI IN ITALIA
Nel saggio, partendo dall'esperienza delle femministe marxiste-leniniste, si analizzano gli errori compiuti anche dalle formazioni della nuova sinistra, oltre che dal revisionismo identificato nel Partito Comunista Italiano, accettando schemi che tradiscono i reali fondamenti leninisti e del materialismo dialettico in genere: economicismo, frontismo, conservatorismo. Occorre una concezione teorico-politica nuova del processo rivoluzionario come convergenza di movimenti di liberazione con sviluppo coerentemente finalizzato alla rivoluzione; occorre superare la parzialità della contraddizione di sesso scissa da quella di classe.
SHEILA ROWBOTHAM E IL LENINISMO
L'autrice contesta la lettura storica della Rowbotham, mettendo in luce come dalla fine dell'Ottocento il processo di industrializzazione avesse indotto uno sconvolgimento dei ruoli sociali e familiari che rendeva impossibile un rapporto con il femminismo borghese da parte delle masse proletarizzate. Anche la distinzione fra le diverse forme assunte dai movimenti socialisti va approfondita.
Non la convince neppure la proposta di "democrazia della partecipazione" avanzata da Rowbotham. Occorre altro perché le trasformazioni individuali indotte positivamente dal femminismo non rimangano politicamente insignificanti.
POLITICA: "NEC TECUM NEC SINE TE VIVERE POSSUM". Una lettura della Rowbotham
La Rowbotham, argomenta l'autrice, sta pienamente nell'alveo di una tradizione del marxismo critico nato ben prima del nuovo femminismo; esplora strade già battute nel mondo politico della sinistra italiana; conserva di quella tradizione l'idea di un fine ultimo, di uno scopo storico, di un'attesa di qualcosa di radicalmente altro dal mondo in cui viviamo.
Il femminismo non rientra in questo schema, essendosi le donne interrogate piuttosto su quale forma di senso di sé riuscivano a raggiungere insieme, dove finiva la politicità (dunque la funzionalità, la solarità di questa coscienza) e dove cominciava l'interrogativo più oscuro sul proprio esistere e riconoscersi.