Riprende i temi dei precedenti editoriali sull’appartenenza e sulla responsabilità politica per interrogarsi “su cosa sia oggi fare politico, su quali forme della politica riconosciamo come tali e cioè efficaci per determinare condizioni di libertà”. Critica un posizionarsi rispetto alla teoria della differenza sessuale che oscilla in genere tra pura mimesi gergale e ostilità preconcetta; individua i limiti sia del negoziato che della modificazione interiore se sono praticati come fini a se stessi, individua nella relazione significativa tra donne quella forma che rende visibile lo spostamento di forze e di energie che passano dal mondo dell’unico a quello del sesso femminile.
FORME DELLA POLITICA, DWF (7) 1988, 3
Editoriale
Indice
DONNA GUERRIERA
L'autrice analizza alcune condizioni fondamentali perché una donna possa compiere il suo passaggio alla libertà: superare le chiavi di lettura del pensiero ufficiale che ha la sua origine nella cancellazione della differenza femminile e nel tentativo continuo di assimilarla; darsi una propria memoria; stabilire una relazione privilegiata tra donne, poiché la richiesta di riconoscimento che una donna rivolge ad un'altra donna non è prevista nel mondo dato; darsi la forza di nominarsi al di fuori delle leggi per perseguire il proprio progetto; posizionarsi al di là dei contesti e degli elementi che determinano tali contesti, ma agire all'interno delle situazioni sociali date.
L'autrice fa riferimento a una donna guerriera, Pentesilea, per rappresentare simbolicamente una capacità di fare la guerra tale da mettere in scacco il gioco delle guerre date e mettere in crisi la logica degli eserciti schierati.
SOVRANA INDIVIDUA
L'autrice propone la tesi che la sola forma politica reale prodotta dal femminismo consiste in una serie di individualità eccessive ed esorbitanti: un corpo politico che ha messo in atto la distruzione piuttosto che l'accumulazione della ricchezza collettiva prodotta durante gli anni della pratica e delle esperienze di piccolo gruppo, perché si accontenta di nominare o di registrare il conflitto tra donne senza essere in grado di dargli forme politiche efficaci.
Questa tesi è sostenuta partendo dall'esame di una pratica conosciuta come "pratica dell'affidamento" di una donna verso un'altra donna e dalla storia del Centro culturale Virginia Woolf di Roma, una specie di università delle donne, centro di cui l'a. è una delle organizzatrici.
MUTAZIONE IN PROGRESS
L'autrice esamina due questioni teoriche e pratiche, specifiche di una particolare forma politica, rappresentata dall'Unione Donne Italiane, la più antica e autorevole fra le associazioni femministe esistenti in Italia. Le questioni sono: il rapporto con il Partito Comunista Italiano, e il potere delle donne e fra donne.
Con il suo XI congresso (1982), l'UDI ha definitivamente sancito la sua autonomia, la sua scelta separatista e la ricerca di strutture organizzative funzionali alla comunicazione tra donne. È giunto il momento - sostiene l'autrice, che si riferisce alla preparazione del XII congresso svoltosi quest'anno - che ciascuna assuma la responsabilità personale della sua appartenenza all'UDI, considerata come legame in cui la relazione tra donne si traduce in efficacia politica.
È anche il momento di esprimersi esplicitamente sul potere che la relazione e la forma politica UDI implicano, dopo il superamento di una struttura gerarchica formale e al di là di essa. (segue in "Documenti" una relazione dal XII congresso dell'UDI, pp. 46-52)
L'APPROCCIO DI CLARICE LISPECTOR
Riferendosi alla celebre opera dell'autrice brasiliana Clarice Lispector, Hélène Cixous chiede di essere letta a partire dalla "Passione secondo Clarice Lispector": questa esperienza si presenta come un'intensa avventura intellettuale. Cixous legge i testi di Lispector come un mezzo per imparare "l'arte dell'approccio" secondo un linguaggio fortemente metaforico.
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