Riflettere sull’idea di libertà è sembrato necessario e ineludibile sia per tornare a ragionare sulle ‘origini’, su come sia emersa nella teoria e nella pratica femminista questa nozione, sia per continuare a capire l’Italia, dopo un ventennio nel quale il termine è stato abusato e stravolto, ben oltre il peggior liberismo. Sul punto interviene il Laboratorio di studi femministi, ‘Sguardi sulle Differenze’ dell’Università la Sapienza di Roma che ha dedicato alle forme della libertà il ciclo di incontri del 2010-2011, poi conclusosi con un seminario di cui si pubblicano i principali contributi. La domanda di fondo degli interventi ruota intorno al nesso corpo/libertà e il tema della libertà si coniuga strettamente alla riflessione sulle condizioni materiali di vita. Appassionante.
“E’ un approccio che appartiene alla storia della rivista come al suo avvenire: dare priorità a quel che le donne vivono e ripartire con quelle che prendono l’iniziativa di mettersi in relazione, rac- contare, agire, pensare”, dicevamo nell’editoriale del primo numero del 2011.
Gli ultimi due numeri di DWF hanno riaperto le indagini e la riflessioni su un tema centrale del femminismo, la sessualità. Nella stessa prospettiva, abbiamo voluto ripensare e ridiscutere un altro dei temi fondanti della riflessione femminista negli ultimi anni, in particolare in Italia, la libertà femminile.
Il gruppo che ha lavorato sul tema fa parte dell’estesa rete delle nostre collaboratrici, composta da singole e gruppi, i cui percorsi s’incrociano con quelli della rivista, nella reciproca autonomia di scelte e di riflessioni. Il numero è curato dal Laboratorio di Studi femministi Sguardi sulle differenze «Anna Rita Simeone» – un seminario sperimentale di ricerca e didattica sugli studi delle donne e di genere, aperto a tutti e attivo dal 2000 presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Questo numero raccoglie le relazioni presentate al seminario conclusivo della programmazione 2011, “Affermare la libertà”, svoltosi secondo il metodo del Laboratorio: dare spazio a un dibattito tra ricercatrici, docenti, studentesse e studenti, con un’attenzione particolare alla partecipazione attiva di donne di diverse generazioni. Gli eventi politici del 2011 – le derive del- l’ultimo decennio sulle coppie sesso/potere, liberismo/mercati, capitale/lavoro, ricchezza/povertà/migrazione – fanno da sfondo a una riflessione che ruota intorno al nesso corpo/libertà, che nel femminismo è strettamente e necessariamente legato alla riflessione sulle condizioni materiali di vita.
Sulla stessa linea politica, nel corso degli incontri tra la redazione e le donne del Laboratorio per l’ideazione del numero, abbiamo concepito una nuova rubrica “Itinera”. Darà voce e indagherà la vita delle italiane che sono andate a vivere all’estero, per scelta, per necessità, per voglia di uscire dall’immobilismo e dallo “stato d’inferiorità”, in cui la politica italiana ha relegato le giovani generazioni, come ci dice Ottavia Nicolini, la prima “donna in fuga” che si racconta nelle nostre pagine. Il taglio e le questioni di cui vorremmo parlare sono presentati da Annalisa Perrotta, cui aggiungiamo la consapevolezza che l’esperienza vissuta della distanza dalla “terra/lingua madre” ci accomuna, al di là di qualsiasi spazio geografico. (pm)