La notizia della morte di Angela Putino ci è arrivata addosso d’improvviso a metà gennaio, mentre già stavamo lavorando al primo numero del 2007; lasciando da parte e rimandando al numero successivo i ragionamenti già avviati, abbiamo subito deciso di dedicarlo a lei, per onorare e rilanciare il suo pensiero fino all’ultimo “guerriero”. Angela era una donna a tutte noi molto vicina, singolarmente e nel suo rapporto con DWF, che pur prendendo negli anni forme diverse non si era mai interrotto, e si stava anzi rinsaldando in vista di una nuova e più stretta collaborazione. Sappiamo che ci mancheranno la sua intensità, le provocazioni mai gratuite del suo lucido sguardo sul mondo, l’instancabile tessitura di idee e progetti che metteva in atto.
L’ultimo progetto, da poco avviato, era il sito “adateoriafemminista”, aperto insieme a Lucia Mastrodomenico, anche lei scomparsa all’inizio di quest’anno, e a Nadia Nappo, Stefania Tarantino, Marilù Parisi, Marina Bruzzese, Maria Vittoria Montemurro, Amalia Mele, Stefano Perna e Tristana Dini. A quest’ultima abbiamo chiesto dunque di presentare brevemente il sito, dopo le poche dense parole di Rosetta Stella, che in un rapido schizzo fa rivivere agli occhi del cuore e della mente la piccola grande figura di Angela – “uno scricciolo di donna, tutta mente, parole e passioni. Tutta vento” – e i luoghi e le relazioni della sua vita.
Ripubblichiamo poi, come peraltro Angela ci aveva chiesto – per il permanere nel tempo che la materialità di una rivista stampata offre rispetto alla volatile comunicazione della rete – il suo ultimo scritto, “Cultura del Sistema”, atto di amore e di rabbia verso la sua città, già apparso appunto nel sito. Segue la riflessione di Paola Masi e Patrizia Cacioli sul momento di passaggio di DWF che vide Angela, che già aveva scritto per noi, iniziare un periodo di regolare collaborazione con la rubrica “Themis”, di cui si ricordano impostazione e tematiche. Infine, sempre a partire da “Themis” ma più in profondità, Federica Giardini ripercorre il contributo originale di Angela al pensiero femminista italiano. Non per “atto di giustizia, né ricordo” ma perché sia – come vorremmo fosse tutto questo numero, “spazio e occasione per scoprire e pensare lo stato delle cose al presente”.