PERCORSI DEL FEMMINISMO E STORIA DELLE DONNE. Atti del Convegno di Modena 2-4 aprile, Nuova DWF (22) 1982, Supplemento
Editoriale
Indice
SALUTO AL CONVEGNO
A nome del Comune di Modena e dell'Assessorato alla Cultura che hanno promosso il convegno, presentano gli atti come frutto di un lavoro a cui sono interessate per interrogare il rapporto esistente tra i percorsi del movimento delle donne e gli ambiti di ricerca, le tematiche privilegiate da molte studiose.
INTRODUZIONE
L'autrice introduce questa sezione del seminario, dal titolo "Oggetti d'analisi, una scelta obbligata? La strega, il corpo, la solidarietà", sottolineando che proprio il nesso troppo stretto tra impegno politico-esistenziale e impegno scientifico ha provocato le critiche e le autocritiche più importanti della storiografia femminista. Perciò saranno riesaminate quelle figure femminili - la donna emergente, la lavoratrice, la casalinga, la strega, la solidarietà femminile - che sono apparse finora quasi come oggetto obbligato per chi voleva affrontare la storia delle donne.
DA STREGHE A PAZZE
L'autrice parte dal presupposto che per ogni contesto c'è una deviante femminile tipica e c'è un gruppo sociale a cui è attribuita la responsabilità di sorvegliare questa devianza. In questo senso, è possibile paragonare la doppia figura della strega e dell'inquisitore con quella altrettanto doppia della pazza e del medico. Da questi esempi discendono interessanti interrogativi sul potere delle donne, sulle paure degli uomini, sulla complessità dei meccanismi sociali.
I MESSAGGI DEL CORPO
Nella cultura occidentale si cerca di spiegare i meccanismi e il funzionamento del corpo. Nel movimento femminista invece si privilegia, proprio come oggetto scientifico, l'esperienza vissuta del corpo, del corpo come fonte di potere. Ci sono due modi di articolare il controllo delle donne attraverso il loro corpo: presentarle, in virtù del loro corpo, come donne pericolose oppure come donne in pericolo.
L'autrice argomenta con esempi significativi tratti dal sapere storico ed antropologico, per concludere che il corpo, denegato dalle scienze biologiche, è in realtà rilevante per le scienze storiche e sociali: il complesso significato simbolico che esso assume in ogni contesto è centrale per capire le dinamiche sociali e non solo quelle dei rapporti tra uomo e donna.
LE SOLIDARIETÀ
L'autrice, antropologa, vuole confrontare il concetto di solidarietà, che è stato un valore e un punto di riferimento costante per il movimento delle donne, con i tipi di rapporti tra donne che sono emersi nelle società europee nel corso degli ultimi venti anni.
Guardando a culture non europee, ma anche a pratiche della nostra vita quotidiana, conclude che né la segregazione sessuale né la non-segregazione per se stesse assicurano alle donne una presenza sociale più forte, o un potere contrattuale maggiore. La mèta che le donne si prefiggono e la natura dei rapporti tra di loro sono sicuramente più importanti a questo scopo.
DIBATTITO [Oggetti d'analisi, una scelta obbligata? La strega, il corpo, la solidarietà]
Alle tre introduzioni segue un dibattito al quale partecipano, oltre alle relatrici, Sandra Cavallo, una donna non identificata, Lucia Ferrante, Simona Cerutti, Iella Ponzoni.
IL SENTIMENTO DELLA POLITICA
Nell'aprire la sezione intitolata "Ripensare la storia politica", l'autrice illustra nella prima parte le ragioni generali e specifiche che spiegano l'assenza quasi totale di una storia politica strettamente intesa connessa, direttamente o indirettamente, al movimento. L'interesse dell'autrice nella ricerca che sta conducendo è di verificare se, a partire dall'ottica del movimento delle donne, sia possibile rivedere e modificare e quanto sia possibile cambiare concetti come 'democrazia', 'socialismo', 'politica'.
Le interessa anche indagare quali problemi socio-politici, culturali, generali le donne del passato trovarono sul percorso delle loro lotte, quali strumenti, quali alleanze, quali rapporti, quali conflitti furono capaci di governare. Nella seconda parte esemplifica le sue argomentazioni dando conto della ricerca che sta svolgendo mentre riordina l'archivio privato di Ersilia Majno, fondatrice dell'Unione Femminile.
TEMPO LUNGO, TEMPO BREVE, TEMPO SENZA ETÀ. Considerazioni sulla storia politica delle donne
L'autrice fa ricorso alla contrapposizione tra ritmo atemporale della sopravvivenza quotidiana e tempo dell'evento, del mutamento, della storia per cercare di individuare criteri altri con i quali interpretare i movimenti politici delle donne.
"Esitono dimensioni dell'identità delle donne, del loro tempo, del loro vissuto, che il progetto politico ignora o comprime". Il tempo-storia del romanzo sembra più adeguato a dare rappresentazione a oppressioni più inafferrabili e interiorizzate, derivanti "non più dall'esistenza di un carattere e destino femminile inappellabile. Ma proprio dal contrario".
MALCONTENTE ANIME FEMMINILI
L'autrice si interroga sulla presenza e sparizione - ricorrente nella storia - del movimento delle donne attraverso l'uso di parole frequenti ('destino', 'anima', 'malcontento', 'disagio') che aprono a nuovi terreni di ricerca e di periodizzazione.
IDENTITÀ COLLETTIVA E IDENTITÀ PERSONALE. Il modello di emancipazione a Modena tra gli anni '50 e '80
L'autrice dà conto di una ricerca sociologica compiuta con un gruppo di studentesse della facoltà di Economia e Commercio di Modena sull'identità delle donne modenesi di oggi. Un'identità collettiva, storicamente riconosciuta e legittimata attraverso una strategia di emancipazione tessuta nell'arco degli anni Cinquanta e che ha espunto la soggettività e le sue contraddizioni. Contraddizioni che emergono invece nella ricerca condotta sull'oggi, analizzando valori, ruoli e comportamenti, aggiustamenti e scarti rispetto all' identità sociale collettiva di donna emancipata.
LA MATERNITÀ, UN NODO POLITICO
L'autrice constata che è molto difficile esprimere le ambivalenze della specificità femminile, e in particolare della maternità come dimensione comunque presente nelle donne, in obbiettivi univoci e precisi, sia nella direzione dell'uguaglianza che in quella della differenza. Illustra questa riflessione con un'analisi della rivendicazione della libertà di aborto e con l'esempio, per certi aspetti paragonabile, del dibattito sulla tutela delle donne lavoratrici che ha caratterizzato i primi anni del Novecento.
DIBATTITO [Ripensare la storia politica]
Al dibattito su questa sezione intervengono Polda Fortunati, Laura Mariani, Antonella Picchio, Annarita Buttafuoco, Michela De Giorgio.
INTRODUZIONE
Nell'aprire la sezione "Riscoprire fonti e strumenti", l'autrice sottolinea che il problema non è tanto quello delle fonti, ma quello delle domande che "ora siamo in grado di formulare al nostro presente, e con le quali accostarci alla documentazione del passato". Fa alcuni esempi sull'uso ritenuto privilegiato delle fonti criminali o delle fonti orali e sui problemi che ciò comporta, per concludere che occorre sviluppare "le implicazioni che l'introduzione della variabile sessuale comporta nella ricostruzione di ogni fatto sociale; e per far questo non abbiamo bisogno di fonti privilegiate".
DELITTI E LORO NARRAZIONI. Le fonti criminali
Le autrici offrono alcune considerazioni di metodo, emerse nel corso di una ricerca sulla criminalità femminile a Roma alla fine del XIX secolo, sui modi di utilizzo degli archivi giudiziari come fonte per un'indagine sul vissuto delle donne, per cogliere la loro soggettività contestualizzata. Per soggettività contestualizzata si intende il senso di sé che le donne hanno e i loro universi di riferimento così come emergono attraverso una rete di testimonianze e di documenti che li mette in relazione contemporaneamente con più scene e più interlocutori.
RACCONTARE E DIRSI. Le fonti orali
L'autrice racconta attraverso quale percorso politico e professionale ha condotto la sua ricerca sulle operaie della Manifattura Tabacchi di Modena dalla fine dell'800 alla seconda guerra mondiale, privilegiando il ricorso a "fonti calde", cioè ad interviste e storie di vita.
Sono esemplificati i problemi di ordine metodologico che questa procedura comporta, per il doppio atteggiamento di grande partecipazione ma anche di distanza critica che la ricercatrice si deve imporre.
INTRODUZIONE
L'autrice introduce la sezione "Storia e storie: biografia, autobiografia, diario" preannunciando che verranno affrontati i problemi dell'autorappresentazione, del referente, del messaggio soggettivo visto non solo come rappresentazione di un sé autarchico, ma anche come informatore sulle relazioni, sul contesto.
IL TESTO LETTERARIO COME FONTE PER UNA STORIA RELATIVA A FIGURE DI DONNA
L'autrice premette alcune considerazioni relative al sistema letterario e osserva che le scritture femminili sono, in gran parte, tendenzialmente ripetitive rispetto ai modelli e contengono, al proprio interno, elementi di scarto, rispetto alla norma codificata, rari numericamente e spesso sapientemente cifrati. Questi testi, di scarso valore letterario, che valore hanno, quanto cioè sono in grado di parlare e attraverso quale meccanismo di scomposizione e di lettura possono essere fatti parlare, come fonte per una storia dei percorsi sociali delle donne?
La ricerca in atto di un gruppo di ricerca dell'Università di Padova, coordinato dall'autrice, approfondisce appunto da un lato l'esame del contesto letterario, dall'altro l'identità storica sessuata del soggetto che scrive, in particolare la figura di donna nel Cinquecento italiano.
AUTORAPPRESENTAZIONE E CONFLITTO RELAZIONALE. I diari di Sofija e Lev Tolstoi
Questa comunicazione riprende i risultati di una ricerca, non di taglio psicoanalitico, effettuata sui cospicui materiali autobiografici di Sofija e Lev Tolstoi. La ricerca ha teso a ricostruire la struttura del loro rapporto, il conflitto di relazione che segnò il loro matrimonio.
Si analizzano teoricamente le loro dinamiche identificando nella coppia un sistema relazionale contraddistinto da una logica di circolarità dei comportamenti, da regole di relazione che fissano anche le posizioni di potere al suo interno. Da questo punto di vista, e non secondo la logica di vero/falso, i loro diari assumono valore di documento.
STORIE DI VITA E "METODO BIOGRAFICO"
L'autrice racconta il suo lavoro con un gruppo di donne in cui ha applicato, per approssimazioni successive, il metodo biografico. Tale metodo rende possibile leggere una scelta o un comportamento in rapporto all'intera biografia, chiedersi cioè che cosa questa ha rappresentato dal punto di vista della persona. La prospettiva biografica permette di tracciare una differenza tra le possibilità fornite dall'ambiente e la percezione che soggettivamente si ha di queste possibilità.
L'IO E IL MODELLO. Le autobiografie di due operaie negli Stati Uniti
L'autrice dà conto di una ricerca in corso sul rapporto fra donne - prevalentemente giovani e nubili - e il lavoro industriale negli Stati Uniti agli inizi del '900. La ricerca è incentrata su New York e sulla sua struttura produttiva parcellizzata in manifatture di medie e piccole dimensioni.
Utilizzando fonti sociologiche e statistiche, indagini su piccoli gruppi circoscritti e le autobiografie di due lavoratrici, l'autrice analizza "forme di scrittura che convergono in un processo di introspezione comunitaria e che, in questo procedere, sperimentano modi non ancora consolidati di analisi del reale".
DIBATTITO [Storia e storie: biografia, autobiografia, diario]
Al dibattito su questa sezione partecipano Emma Scaramuzza, Anna Rossi Doria, Lucia Ferrante, Cristina Cacciari, Marina Zancan.