Vanna Gentili

Articoli scritti per DWF


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L'immaginario contro Desdemona, 1977, n. 5, pp. 29-54

Nel diciannovesimo secolo Desdemona è stata considerata come la più "passiva" - e dunque la più patetica - delle eroine shakespiriane. Si è insistito particolarmente sul fatto che si era innamorata della figura morale di Otello, malgrado il suo aspetto fisico. Questa idealizzazione deve essere attribuita alla sensibilità vittoriana sulla razza e sembra essere, inoltre, un modo per esorcizzare ogni allusione a una sessualità femminile considerata imbarazzante.

Questa visione - che coincide, in ultima analisi, con le affermazioni di Giraldi Cinzio sull'assenza, nel personaggio, di "appetito femminile" - ha influenzato fino ai nostri giorni la messa in scena della tragedia e le valutazioni letterarie così come la percezione che ha il pubblico del carattere di Desdemona.

La lettura che noi proponiamo si basa sul contrasto tra la fiducia che Desdemona ha in se stessa, dovuta alla sua emancipazione sociale cosciente, e la sua ignoranza sessuale. La sua identificazione totale con il ruolo di sposa di un principe "moderno", perfetto, la mantiene al di sopra, mentre il conflitto drammatico e l'azione la "sommergono". Ciò è rafforzato dal modo e dalla forma della sua sessualità per come è vista e immaginata dai diversi personaggi maschili.

È un contrasto tragico, dal quale ha origine l'infelicità di Desdemona. Gli altri due personaggi femminili, Emilia e Bianca, per ironia, a loro insaputa contribuiscono con le loro azioni alla disgrazia dell'eroina e condividono, fino a una certo punto, la sua condizione di donna "agente-agìta".

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Le case narranti, 1982, n. 19-20, pp. 65-84

Attraverso associazioni, riflessioni ed ipotesi, le autrici - Vanna Gentili, Gabriella Pagliano Ungari, Viola Papetti, Jacqueline Risset - avanzano alcune idee per una ricerca sulle immagini e le rappresentazioni letterarie della casa. Dai diversi punti di vista emerge un filo conduttore: l'ipotesi della casa come funzione essenziale per l'organizzazione spazio-temporale del discorso artistico. Casa per la letteratura e letteratura che non si separa mai dalla casa, che rimane una presenza indispensabile, fosse pure "in absentia".

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