Rosaria Micela

Articoli scritti per DWF

Recensioni curate per DWF


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Per una storicizzazione del concetto di "oppressione". Rilettura delle teorie lévi-straussiane di "proibizione dell'incesto" e di "scambio" delle donne, 1977, n. 4, pp. 106-120

L'autrice rileva un'ambiguità costante alla base dell'interpretazione antropologica della donna nelle diverse culture. La donna è stata sempre accostata alla natura - ai confini della cultura. Alcune teorie antropologiche hanno largamente contributo alla formazione di un'ideologia che si basa su pretesi valori maschili e femminili. L'autrice si propone una revisione critica delle teorie dell'antropologia culturale riferite alle donne. E si oppone particolarmente alle interpretazioni idealistiche di Lévi-Strauss.

Per questo autore le "strutture sociali" non coincidono con l'organizzazione sociale concreta, ma corrispondono a uno schema inconscio invariabile sul quale si fonderebbero i sistemi sociali, le cui diversità storiche e culturali non rappresenterebbero che delle variazioni. La critica marxista a Lévi-Strauss impone l'individuazione delle radici materiali dei fenomeni sociali, come la proibizione dell'incesto o lo scambio delle donne, e di darne una spiegazione materialistica. Le strutture parentali, viste sotto questo aspetto, dipendono dunque dai rapporti di produzione nel loro insieme, la contraddizione originaria tra i sessi - poiché le donne detengono il potere riproduttivo - essendo il fondamento essenziale della divisione del lavoro.

Da qui la necessità, da parte degli uomini, del controllo sociale sulla procreazione, che è all'origine del potere maschile. Questo ci porta a mettere in questione il concetto universalistico e metastorico dell'oppressione della donna, che non prende in considerazione i fatti storici e socio-economici concreti. A livello simbolico si impone ugualmente una metodologia materialistica. L'equivalenza stabilita da Lévi-Strauss di donna-segno-natura, vista sotto questa luce si rivela come una mistificazione che contribuisce a rafforzare l'egemonia degli uomini sulle donne.

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Inconscio materno e teoria della personalità. Note critiche a Lacan, 1978, n. 6-7, pp. 176-188

L'avvento di nuovi soggetti sociali - quali le donne - nella lotta politica e al livello della coscienza, impone la formulazione di una "teoria della personalità" libera da elementi ideologici dovuti a condizioni storiche e scientifiche superate. Il rinnovamento della "teoria della personalità" si basa su una nuova "teoria dell'inconscio" che prende in considerazione critica la posizione della madre. La relazione madre/figlio deve dunque essere analizzata dal punto di vista dei bisogni storicamente determinati e culturalmente indotti.

L'autrice critica sia la "teoria della libido" freudiana centrata su una concezione biologica delle pulsioni, sia le tesi di Lacan, sviluppate a partire dalla "teoria degli oggetti" di Melanie Klein. Lacan, pur superando il biologismo freudiano e legando l'Edipo alla realtà dei rapporti sociali, mantiene una visione estremamente idealistica e antistorica dei rapporti familiari riducendo la funzione simbolica della madre alla sola rappresentazione fallica. Così facendo avvalla l'inferiorità sociale della donna.

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Recensioni curate per DWF


EVANS-PRITCHARD E.E., Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande, Milano, Angeli, 1976
rec. di Rosaria Micela, 1977, n. 2, pp. 140-141


DOUGLAS M., Purezza e pericolo. Un'analisi dei concetti di contaminazione e tabù, Bologna, Il Mulino, 1976
rec. di Rosaria Micela, 1977, n. 4, pp. 144-146


ARRIGHI G. - PASSERINI L. (a cura di), La politica della parentela. Analisi situazionali di società africane in transizione
, Milano, Feltrinelli, 1976
rec. di Rosaria Micela, 1977, n. 4, pp. 146-148

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