Articoli scritti per DWF
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Libri recensiti da DWF
Articoli scritti per DWF
Figure della differenza sessuale, 1986, n. 2, pp. 111-122
Le autrici - Giovanna Borrello, Laura Capobianco, Simona Marino, Angela Putino, Giovanna Senatore, Silvana Totaro - sono donne filosofe della cooperativa culturale "Transizione" di Napoli. Presentano una sintesi del lavoro comune di un anno, durante il quale hanno avuto luogo tre incontri con altri gruppi italiani, "Diotima" di Verona e il Centro culturale V. Woolf di Roma. Il punto centrale della loro riflessione è la differenza sessuale così come è stata definita da L. Irigaray.
Si segnala anzitutto il pericolo di ogni sapere
filosofico costruito su categorie concettuali rigidamente definite - il soggetto,
l'unità, l'essere - pericolo che si corre anche se si applica alla fondazione
del femminile. Per quel che concerne la filosofia del nostro secolo, il pericolo
consiste nella possibilità di ridurre il pensiero delle donne ad una
variante della "crisi del soggetto". Si propone poi il concetto di
"figura della differenza" mostrando in qual modo questo concetto permette
una molteplicità di significati e dunque di passaggi, di incroci.
La "somiglianza" e le sue figure hanno storicamente stabilito il pensiero (maschile, ma che si pretende neutro): occorre riempire di senso le "figure della differenza" e questo è possibile solo fra donne. Collegandosi a L. Irigaray, le autrici adottano "il mucoso" come figura di apertura, mentre la conclusione è un'immagine che è nello stesso tempo figura della differenza e affermazione etico-politica: "una rete a maglie larghe: dia-logo".
"Ci sembra questa la strada della trasformazione, del dia-logo, quella che valorizza il 'dia', l'intermedio, la differenza. Differenza che si propone quindi come cura, reciprocità, rete, e contemporaneamente allentamento dei vincoli concettuali interpretativi, delle chiusure dei saperi".
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Saltare, 1987, n. 5-6, pp. 9-15
Tre momenti di riflessione: "pensare da sé", come dato fondamentale della responsabilità all'interno di un territorio femminile; "tener testa" nel senso di far seguire alla responsabilità un'affermazione di sé che impegni il soggetto collettivo femminile; "del tragico, forse, ma anche del comico", in cui la responsabilità politica si traduce, anche nel tentativo di sfuggire al potere delle leggi che ci è imposto, "disobbedendo" e sottraendosi, allo stesso tempo, al "dolore" che ne deriva.
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Donna guerriera, 1988, n. 7, pp. 9-14
L'autrice analizza alcune condizioni fondamentali perché una donna possa compiere il suo passaggio alla libertà: superare le chiavi di lettura del pensiero ufficiale che ha la sua origine nella cancellazione della differenza femminile e nel tentativo continuo di assimilarla; darsi una propria memoria; stabilire una relazione privilegiata tra donne, poiché la richiesta di riconoscimento che una donna rivolge ad un'altra donna non è prevista nel mondo dato; darsi la forza di nominarsi al di fuori delle leggi per perseguire il proprio progetto; posizionarsi al di là dei contesti e degli elementi che determinano tali contesti, ma agire all'interno delle situazioni sociali date.
L'autrice fa riferimento a una donna guerriera, Pentesilea, per rappresentare simbolicamente una capacità di fare la guerra tale da mettere in scacco il gioco delle guerre date e mettere in crisi la logica degli eserciti schierati.
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La terra di mezzo. Vie di comunicazione, misura e moneta, 1990, n. 12, pp.
60-72
Riflessione filosofica e politica su ciò che avviene quando una donna, partendo dal suo corpo di donna, predispone alla parola, e dunque alla comunicazione, solamente se stessa o altre donne. La "terra di mezzo" che nasce da una sintassi di relazioni rappresenta ciò che non può essere definito che dal suo stesso orizzonte.
Non si tratta di un rifugio, ma di un presupposto dell'azione politica in vista della modificazione della struttura stessa della società. L'autrice utilizza, come analogie, le figure della "mongola", della "nomade", per indicare una strategia differente e più efficace di libertà, strategia che ha sue proprie regole, le sue misure, la sua economia e la sua moneta simbolica.
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Lo spirito dell'assemblea, 1993, n. 20, pp. 49-54
La filosofa Angela Putino spiega perché "Themis" è stato scelto come nome per questa nuova sezione della rivista (che curerà insieme con Giovanna Borrello e Valeria Frescura). Propone un'interpretazione del mito di Themis, che personifica l'ordine delle cose così come sono regolate dalle leggi, dagli usi e dalla giusitizia.
È noto che nella polis greca le donne non erano ammesse a partecipare alle assemblee pubbliche, che ammettevano solo uomini adulti. Ma il mito di Themis, la dea che presiede le assemblee, suggerisce che nel pensiero greco c'era una qualche consapevolezza di un ordine femminile.
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PUTINO Angela - FRESCURA Valeria, Uguali-disuguali, 1994, n. 22-23, pp. 43-51
Questa sezione della rivista, (intitolata a Themis, la dea greca della vita comune e delle assemblee, curata da Angela Putino in collaborazione con Giovanna Borrello e Valeria Frescura) è dedicata a una riflessione filosofica su concetti e temi significativi per il pensiero femminista.
Questa volta le autrici intervengono nel rinnovato
dibattito sul senso dell'uguaglianza e della differenza, e sul significato della
politica. Putino ricorda come, quando in un gruppo di donne la sfera dell'intimo
perde di centralità e la discussione si sposta sui modi di relazione
tra donne, "un evento politico ha luogo". Il circolo dell'assemblea
è un vuoto che depotenzia la forza (bia) per crearne un'altra (kratos),
situata in uno spazio comune (koinon).
Frescura reinterpreta alcuni concetti foucaultiani per delineare, con Weil, un sapere filosofico legato all'esperienza degli esseri umani e capace di cogliere e riformulare questioni in modo inedito.
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Corpi disciplinati, corpi afflitti, corpi desideranti, 1994, n. 24, pp. 7-17
L'autrice traccia dapprima l'analisi foucaultiana delle istituzioni e della loro storia, concentrandosi su due questioni chiave: il potere e la sessualità. Questo è il punto di partenza per una lettura critica di alcuni sviluppi della teoria della differenza sessuale. In particolare negli ultimi scritti di Irigaray sembra emergere una posizione per la quale l'identità femminile coincide con il discorso sulla sessualità; così il tema della sessualità viene di nuovo inscritto in un ordine simbolico dato.
"Il sesso come significante portatore di senso è il luogo privilegiato, e quindi, prima o poi, secondo una costante ben precisa nell'Occidente, non può che essere la coppia quella messa a fuoco; l'identità sessuale, già posta, trova un altro polo di riferimento del resto conseguente: l'uomo".
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La posta in gioco, 1995, n. 26-27, pp. 71-75
Putino, che è anche la responsabile di questa rubrica filosofica, commenta il recente documento sulla procreazione del Centro Culturale Virginia Woolf B di Roma. Ritiene che "forse oggi la posta non è il controllo della 'potenza' femminile di procreazione, ma un più pervasivo 'governo del vivente' "che tende a rafforzare il desiderio di maternità, presentato ed esperito come una volontà ("volere o non volere un figlio").
Putino critica la coincidenza tra desiderio e volontà, in quanto legittima l'indifferenza maschile per le relazioni e la decontestualizzazione di una generica "cura del vivente".
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Discorso, verità, governo, 1996, n. 30-31, pp. 73-79
L'autrice prende in considerazione due problemi diversi ma connessi: il rapporto tra discorso e verità e quello tra discorso e governo. Innanzitutto, afferma che porre la differenza femminile sullo sfondo delle sue interpretazioni moderne e postmoderne è oggi, per una donna, il compito di un discorso di verità - di un discorso critico.
Questo implica un'analisi critica che provochi la capacità di capire la nostra differenza e di fare una diagnosi del mondo in cui viviamo. In secondo luogo, Putino mette in luce i tenui fili che legano le pratiche di governo con le strategie del sapere, con i processi comunicativi e simbolici: un lavoro appassionato e accurato intrapreso dalle donne nel reinterpretare il pensiero di Foucault.
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PUTINO Angela - BRUZZESE Marina, "Poter fare" e normatività,
1998, n. 39-40, pp. 24-28
Per le autrici la possibilità di un "poter fare" tra donne non garantisce una critica dell'esistente e delle sue rinnovate minacce normative. Sembra piuttosto l'ultimo riparo ingannevole contro l'angoscia che ogni vivente prova di fronte alla propria debolezza. Occorre invece la "capacità di cogliere degli eventi in maniera ampia e non episodica incrociando la possibile libertà femminile con una diagnosi del presente".
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Ingeborg Bachmann. Entrare nel deserto, 2000, n. 45-46, pp. 48-53
Leggendo il libro incompiuto di Bachmann sul deserto, Putino riflette sul deserto come unico spazio per un "io" in fuga, un "io" che è il soggetto del maschio bianco occidentale e colonizzatore; correre allora via dal e verso quel deserto, dove le pratiche discorsive di questo "io" - segni, trappole, bugie - vengono svelate.
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Cultura del sistema, 2007, n. 1, pp. 6-17
"Neoliberismo e camorra
Non molto tempo fa, in testi che oggi vengono riletti e forse anche capiti,
uno dei più significativi pensatori del Novecento sostenne che ciò
che rende possibile la presa del potere su di noi è la sua parte invisibile.
Tutti analizziamo in un modo o nell’altro il potere, un potere, o ciò che
crediamo lo renda possibile; e misurandoci in questo rapporto lo comprendiamo
e lo crediamo effettuale nei modi con cui ce lo spieghiamo;
solo che le spiegazioni, le analisi che effettuiamo sono relative a quegli
aspetti per cui il potere ci risulta, in fin dei conti, tollerabile..."
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Recensioni curate per DWF
CIGARINI Lia, La politica del desiderio, Parma, Pratiche, 1995
rec. di Angela Putino, 1996, n. 29, pp. 85-88
PUTINO Angela. Amiche mie isteriche, Napoli, Cronopio, 1998
rec. di Vania Chiurlotto, 1999, n. 41, pp. 98-100
PUTINO Angela - SORRENTINO Sergio (a cura di), Obbedire al tempo. L'attesa
nel pensiero filosofico, politico e religioso di Simone Weil, Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane, 1995
rec. di Lina Fisauli, 1996, n. 30-31, pp. 98-101