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MATERIA
POLIEDRA
SELECTA
NOTA EDITORIALE
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Senza titolo
di Rosetta Stella
"Capitano strane cose ai funerali. Può capitare per esempio, che la giornata
sia carica di pioggia e che però non piova o che l’aria sia grondante
d’umidità ma che non faccia freddo.
Può capitare che l’isola di Capri, di solito ben visibile al largo della
collina di Mergellina a Napoli, si neghi alla vista per via della nebbia.
E che poi, all’improvviso uno squarcio di luce la illumini con nitida
fisionomia non appena la piccola bara varca la soglia di casa per andare
alla sua sepoltura. Un saluto, un addio.
Era così leggera, quella di Angela, che sono bastati due soli uomini a
caricarsela sulle spalle per portarla via. Era uno scricciolo di donna,
tutta mente, parole e passioni. Tutta vento..."
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Adateoriafemminista
di Tristana Dini
"Ricondurre ad un momento iniziale, fondativo, ad un’unica causa la
nascita di Ada teoria femminista è praticamente
impossibile. Pure, se dovessimo semplificare in una sola traiettoria,
raccogliere in un solo vettore, le forze che hanno portato alla sua
nascita, quel vettore andrebbe identificato nel desiderio di teoria. Ada è
nata dal bisogno di produrre possibili punti di avvistamento per la realtà
in un momento in cui ci sembrava che le pratiche femministe stessero
perdendo forza, irrigidendosi nell’uso condizionato, nella ripetizione di
idee senza presa..."
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Cultura del sistema
di Angela Putino
"Neoliberismo e camorra
Non molto tempo fa, in testi che oggi vengono riletti e forse anche capiti,
uno dei più significativi pensatori del Novecento sostenne che ciò
che rende possibile la presa del potere su di noi è la sua parte invisibile.
Tutti analizziamo in un modo o nell’altro il potere, un potere, o ciò che
crediamo lo renda possibile; e misurandoci in questo rapporto lo comprendiamo
e lo crediamo effettuale nei modi con cui ce lo spieghiamo;
solo che le spiegazioni, le analisi che effettuiamo sono relative a quegli
aspetti per cui il potere ci risulta, in fin dei conti, tollerabile..."
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Angela, Themis, DWF
di Patrizia Cacioli e Paola Masi
"Per le donne che nel 1986 decisero di rilanciare DWF trasformandola
da rivista orientata agli women studies a spazio per la riflessione
e l’agire politico, Angela Putino è stata una relazione importante
e su cui contare. Angela Putino ci interessava per molti motivi:
ancorava il proprio pensiero ai fatti della politica, manteneva un
radicamento vivo nella propria città, era idiosincratica alle ‘mode’
– a partire da quelle del femminismo –, praticava continui spiazzamenti
di sé e degli altri..."
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Pensieri guerrieri
di Federica Giardini
"Non è atto di giustizia, né ricordo, quel che avviene nell’attraversare
il corpo dei testi di una pensatrice. Piuttosto, come lei l’ha chiamata,
un’intima estraneità: la distanza che è concessa da una parola scritta,
da un percorso che si e ci consegna qualcosa. Spazio e occasione per
scoprire e pensare lo stato delle cose al presente.
Differenza sessuale
1986, prima uscita di Angela Putino per DWF. Sono anni di felice dispiegamento
per il pensiero della differenza sessuale: gli anni di discussione,
di reinvenzione della politica stanno uscendo allo scoperto della scrittura.
Se è nel 1985 che esce l’edizione italiana di Etica della differenza sessuale
di Luce Irigaray, è del 1987 il primo libro della comunità filosofica
femminile di Diotima, Il pensiero della differenza sessuale..."
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Ecofemminismo: una presentazione critica
di Chiara Certomà
"L’intento del presente articolo è quello di analizzare alcuni nodi problematici
della teoria Ecofemminista introducendone le tematiche fondamentali
e presentando le principali critiche cui è soggetta. Partendo
da una analisi storica, verranno presentate la variante culturale e quella
sociale della teoria, con particolare attenzione alle implicazioni logiche
relative al concetto di “dualismo”. In conclusione viene proposto un
particolare punto di vista, definito Ecological Humanities, che, prendendo
le mosse dal pensiero ecofemminista, estende il suo interesse ad
una più generale visione della relazione tra umanità e ambiente..."
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Languore della carne, bisboccia del pensiero. Audace lettura di un racconto di Anna Maria Ortese
di Chiara Turozzi
"Le scrittrici non hanno mai goduto di successo presso la critica, quelle
italiane in particolar modo, causa una tradizione letteraria particolarmente
ingombrante nel suo peso specifico e molto strutturata nelle sue
categorie critiche, forse per la mancanza di un territorio materno più
ancora che paterno, la cosiddetta madre patria, termine che coniuga
due entità diverse ma entrambe necessarie per un radicamento da cui
poter prendere poi distanza per introdurvi elementi di ripensamento
anche radicale. Solo in questi ultimi trenta anni – e non è un caso che
le date coincidano con quelle del movimento delle donne degli anni
Settanta – grazie al lavorìo delle donne che hanno fatto e fanno critica
a partire dalla propria differenza sono emerse questioni che le scrittrici
da tempo avevano individuato come temi del loro operare, spesso in
solitudine se non proprio in condizioni di isolamento, come nel caso
di Anna Maria Ortese. Leggendaria la povertà in cui ha vissuto Anna
Maria Ortese, povertà se non più propriamente miseria economica, ma
non certo di parole, di visionarietà che ha spaventato spesso la critica,
tranne rare eccezioni, ma che invece le donne hanno accolto tra le loro
mani interrogandola e accogliendola come un dono prezioso..."
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Recensioni
di Rampello, Guarracino, Tonelli, Bono
KATIA RICCI, Charlotte Salomon.
I colori di una vita, Bari: Palomar,
2006, pp. 83
"Questo è un libro interessante per
almeno tre ordini di motivi: per l’artista
di cui si svela l’opera, per la
struttura del discorso critico, per il
contesto teorico che viene ricostruito.
è il frutto della viva passione della
sua autrice, di cui già si conoscono
altri studi sull’arte contemporanea,
materia che ha insegnato con altrettanta
passione. Non è un caso, anzi,
questo incontro, e la lettura che ci
viene proposta spero faccia conoscere
a un largo pubblico un’artista di
grande valore, sulla quale si possono
intrecciare molti piani di riflessione,
sia di carattere disciplinare sia più
generali...." (Liliana Rampello)
LIDIA CURTI, La voce dell’altra.
Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale,
Meltemi: Roma, 2006,
pp. 238
“La lingua italiana, come la cultura
e la storia, è ora abitata da voci cui
non era destinata e ne sarà inevitabilmente
trasformata” (p. 99). Questo
monito si ritrova nell’ultimo capitolo
del libro di Lidia Curti, “Vicino a
casa, lontano da casa”, dedicato alla
letteratura italiana della migrazione,
che definisce la produzione di quegli
scrittori e scrittrici migranti che
si appropriano della lingua italiana
per le loro scritture. Di questo fenomeno,
culturale ed editoriale, la
parte finale del libro di Curti offre
una lettura che è necessario atto di
riconoscimento di questi “ospiti
non invitati” che ricordano all’Italia
(storia, nazione, cultura) la propria
impresa coloniale, “atto predatorio
di cui il nostro paese si è macchiato
alla pari di altri, sia pure con minor
successo...” (Serena Guarracino)
GENDER, ETICA E INTERCULTURALITÀ
– Convegno di studi:
Trento, 30 novembre-2 dicembre
2006
"Dal 30 novembre al 2 dicembre 2006
si è svolto, presso l’Istituto di Scienze
religiose dell’Istituto Trentino di
Cultura, il sesto appuntamento dedicato
ai Gender Studies. Avviato
nel 2001 con un incontro dedicato a
“Gender Studies e metodologia della
ricerca storico-religiosa”, il ciclo
di seminari è proseguito con cadenza
annuale scegliendo temi di grande
attualità etica, politica e religiosa:
“Gender Studies e metodologia
nella bioetica di fine di vita” (2002),
“Gender Studies e metodologia del
discorso filosofico al femminile: radici,
profili ed effetti dei dualismi
nella tradizione filosofica occidentale”
(2003), “Gender Studies e testi
sacri” (2004), “Donne e Istituzioni”
(2005), fino al recente incontro dedicato
all’etica e all’interculturalità,
sul quale mi soffermerò più avanti..." (Debora Tonelli)
FRANCESCA TRAINA, Linee di ritorno,
Lecce: Manni, 2006, pp. 72
"Quasi alla fine di Linee di ritorno
– in una delle istantanee mobili che
compongono il percorso multiplo di
questo libro, e che per me ho intitolato
“L’amore al tempo della guerra”
– Francesca Traina scrive che
“le poesie non si devono capire. Bisogna
ascoltarne la musica il canto
per ricantarlo in noi”. E sottolinea
la secondarietà per la poesia, nella
poesia, degli elementi narrativi,
anche laddove essi siano presenti;
perché non di capire si tratta, ma di
sentire, essendo la poesia un canto
che è ricerca di risposte, che chiede
dunque a chi legge (ed è sempre
chi legge che rende di nuovo viva la
parola donata da chi scrive) di farsi
attraversare dalla sua musica per
ri-sentirla e ri-cantarla in una sorta
di traduzione percettiva e emotiva..." (Paola Bono)
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L'articolo in versione integrale scelto per questo numero
Nota editoriale
La notizia della morte di Angela Putino ci è arrivata addosso d’improvviso
a metà gennaio, mentre già stavamo lavorando al primo numero
del 2007; lasciando da parte e rimandando al numero successivo i ragionamenti
già avviati, abbiamo subito deciso di dedicarlo a lei, per
onorare e rilanciare il suo pensiero fino all’ultimo “guerriero”. Angela
era una donna a tutte noi molto vicina, singolarmente e nel suo rapporto
con DWF, che pur prendendo negli anni forme diverse non si era mai
interrotto, e si stava anzi rinsaldando in vista di una nuova e più stretta
collaborazione. Sappiamo che ci mancheranno la sua intensità, le provocazioni
mai gratuite del suo lucido sguardo sul mondo, l’instancabile
tessitura di idee e progetti che metteva in atto.
L’ultimo progetto, da poco avviato, era il sito “adateoriafemminista”,
aperto insieme a Lucia Mastrodomenico, anche lei scomparsa all’inizio
di quest’anno, e a Nadia Nappo, Stefania Tarantino, Marilù Parisi,
Marina Bruzzese, Maria Vittoria Montemurro, Amalia Mele, Stefano
Perna e Tristana Dini. A quest’ultima abbiamo chiesto dunque di presentare
brevemente il sito, dopo le poche dense parole di Rosetta Stella,
che in un rapido schizzo fa rivivere agli occhi del cuore e della mente la
piccola grande figura di Angela – “uno scricciolo di donna, tutta mente,
parole e passioni. Tutta vento” – e i luoghi e le relazioni della sua vita.
Ripubblichiamo poi, come peraltro Angela ci aveva chiesto – per il permanere
nel tempo che la materialità di una rivista stampata offre rispetto
alla volatile comunicazione della rete – il suo ultimo scritto, “Cultura
del Sistema”, atto di amore e di rabbia verso la sua città, già apparso
appunto nel sito. Segue la riflessione di Paola Masi e Patrizia Cacioli
sul momento di passaggio di DWF che vide Angela, che già aveva scritto
per noi, iniziare un periodo di regolare collaborazione con la rubrica
“Themis”, di cui si ricordano impostazione e tematiche. Infine, sempre
a partire da “Themis” ma più in profondità, Federica Giardini ripercorre
il contributo originale di Angela al pensiero femminista italiano. Non
per “atto di giustizia, né ricordo” ma perché sia – come vorremmo fosse
tutto questo numero, “spazio e occasione per scoprire e pensare lo stato
delle cose al presente”.
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