Articoli scritti per DWF
Recensioni curate per DWF
Libri recensiti da DWF
Articoli scritti per DWF
Il linguaggio della poesia, il linguaggio del corpo, 1981, n. 16. Suppl.,
pp. 73-81
L'autrice parte dalla domanda, "è possibile un linguaggio del femminile, in altri termini, è possibile un discorso-rappresentazione-autorappresentazione, che si ponga fuori dal discorso-rappresentazione maschile?", per rileggere due testi di Luce Irigaray. Irigaray dà una doppia risposta, da una parte rifiuta la rappresentazione che risponde a una logica maschile che si basa proprio sull'esclusione della donna, dall'altra la accetta quando però siano le donne a rappresentare loro stesse.
L'autrice sviluppa poi una lettura differenziata delle posizioni di Irigaray con quelle di filosofi quali Heidegger, Husserl e Merleau-Ponty sulla possibilità di una rappresentazione e di un linguaggio corporeo.
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La costituzione della soggettività, 1989, n. 9, pp. 47-60
Alcune donne del gruppo "Diotima" hanno tenuto, nel 1987, per l'associazione veronese "Il Filo d'Arianna", un corso in forma di seminario sul tema: la costituzione della soggettività nell'ottica della differenza sessuale. Gli interventi qui pubblicati - di Elisabetta Zamarchi, Chiara Zamboni, Giannina Longobardi, Anna Maria Piussi, Anita Sanvitto - si riferiscono essenzialmente a quel seminario.
I concetti filosofici sui quali le autrici hanno lavorato, ciascuna con un accento e un interesse particolare, sono: la nominazione del genere in quanto orizzonte dell'autorappresentazione della donna che si riconosce a livello simbolico; la figura dell'autorità femminile come incarnazione del sacro; le differenze determinate dalle storie individuali e dalla ricerca della propria soggettività, in una relazione che vincola una donna ad un'altra donna (soprattutto per quel che concerne i problemi nascenti in un rapporto psicoanalitico).
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La parola simbolica crea la ricchezza esistenziale del nascere, 1995, n.
26-27, pp. 75-79
Secondo Zamboni "la maternità non è questione di corpo delle donne, né lo è l'interruzione di gravidanza. Pensarla come questione di corpi fa cadere nel letteralismo della biologia". Per illustrare questa affermazione, l'autrice ritiene che "la tessitura della parola della madre nelle immagini, nei sogni ad occhi aperti, tra sé e sé, crea un luogo simbolico a chi deve nascere molto prima della nascita"; "è per questo che risulta un vissuto doloroso l'interruzione della gravidanza laddove una donna ha messo in movimento un tessuto di parola su chi ha da venire".
Si tratta di una riflessione sul simbolico che Irigaray ha inaugurato nel 1975 e la cui rilevanza politica è già stata provata. "Eppure si parla ancora di maternità come questione di corpo e di corpi".
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Le ragazze cattive vanno dappertutto, 1998, n. 39-40, pp. 19-23
A partire dal rapporto con le sue studentesse all'università, ma non solo, l'autrice fa alcune considerazioni sul senso di tali legami: "non sono comunque legami immediatamente politici, lo diventano se li nominiamo come tali. Se il registro del linguaggio interviene per dire lo scarto nei confronti del fare quotidiano". Zamboni avanza alcune ipotesi sulle cause della resistenza che molte donne oppongono a tale esposizione di sé.
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Julia Varley: la presenza dellattrice
tra visibile e invisibile, 2005, n. 4, pp. 5-15
Julia Varley ha lavorato per circa vent'anni come attrice nell'Odin Teatret, fondato da Eugenio Barba in Danimarca. Chiara Zamboni propone una sorta di dialogo fra le riflessioni di Varley sulla "presenza" di attrice in relazione agli spettatori da una parte, e fra le speculazioni filosofiche sul significato di presenza e sulla relazione fra visibile e invisibile dall'altra; l'attenzione è rivolta in special modo alla dialettica fra presenza e invisibile nell'esperienza teatrale.
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Recensioni curate per DWF
KRISTEVA Julia, Eretica dell'amore, Torino, La Rosa, 1979
rec. di Chiara Zamboni, 1981, n. 16. Suppl., pp. 131-133
Libri recensiti da DWF
ZAMBONI Chiara, La filosofia donna, Verona, Demetra, 1997
rec. di Federica Giardini, 1999, n. 41, pp. 105-109