Manuela Fraire

Articoli scritti per DWF

Recensioni curate per DWF


Articoli scritti per DWF


Dibattito [Movimento e istituzioni], 1977, n. 4, pp. 5-45

Ecco l'argomento di una conversazione organizzata da "nuova dwf" tra Mariella Gramaglia e Manuela Fraire, del movimento femminista, Margherita Repetto dell'Unione Donne Italiane e Giglia Tedesco, deputata comunista. L'insuccesso, nel giugno scorso, della legge sull'aborto è stato il punto di partenza per esaminare le caratteristiche del movimento femminista in una prospettiva storica e per individuare le contraddizioni interne così come i suoi rapporti con la sinistra italiana.

Il problema della distinzione tra emancipazione e liberazione femminile ha fatto esplodere i contrasti più significativi. La necessità, in questo momento storico, di una forte autonomia del movimento delle donne è stata riconosciuta e sottolineata dalla generalità, senza che si siano pertanto perdute di vista le difficoltà di ordine pratico.

L'unificazione, infatti, delle diverse aggregazioni femministe - prima di tutto del movimento femminista propriamente detto e dell'Unione Donne Italiane, più legata alla vita politica dei partiti e del movimento sindacale - pretende strategie politiche complesse che dovranno essere stabilite sulla base di obbiettivi prioritari ben definiti. L'unificazione nella diversità sembra, in ogni modo, l'unica maniera per uscire da una crisi di identità politica abbastanza diffusa nelle aggregazioni di donne.

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Come madonne di cartapesta (intervista a Manuela Fraire), 1981, n. 16, pp. 54-59

Fa parte di una serie di interventi di analisi politica aventi come punto di partenza l'esame dell'atteggiamento della Chiesa di fronte al referendum proposto dall'organizzazione cattolica "Movimento per la Vita", che ha l'obbiettivo di ridurre l'ampiezza della legge sull'aborto attualmente in vigore in Italia.

Le autrici - ciascuna impegnata a differenti livelli nel movimento delle donne, istituzionale o femminista - studiano alcuni specifici aspetti del problema cercando di comprendere la politica della Chiesa nel suo insieme, del partito "dei cattolici" cioè la Democrazia Cristiana, il ruolo del papa polacco e i modelli di presenza politica cattolica che egli ha introdotto in Italia.

Margherita Repetto e Manuela Fraire studiano in particolare la relazione tra il movimento delle donne e le donne organizzate nelle associazioni cattoliche, il problema del significato dell'autodeterminazione (che il "Movimento per la Vita" vuole abolire) mettendo in rilievo le differenze teoriche e le prospettive politiche tra queste due realtà femminili.

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FRAIRE Manuela - CACIOLI Patrizia - GIARDINI Federica, La lettera A di un alfabeto ancora a venire, 1999, n. 44, pp. 31-40

Le due redattrici intervistano Manuela Fraire. L'attuale crisi della politica delle donne è legata alla negazione di due importanti questioni: gli ostacoli nella trasmissione del potere tra donne e la scarsa capacità di agire il conflitto tra donne. Sono questi due elementi essenziali per la crescita delle relazioni politiche tra donne.

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A margine della guerra, 2000, n. 47, pp. 39-46

Partendo dalla discussione, lunga un anno, sulla e intorno alla guerra, l'autrice sottolinea l'inutilità della guerra e, all'opposto, la rilevanza del conflitto. Quest'ultimo esiste quando si dà una relazione tra due agenti (soggetti) separati e distinti. Il suo ragionamento intorno all'idea di conflitto è costruito sul concetto di "altro" e, più in generale, di "alterità".

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FRAIRE Manuela - CORSI Rita, Un piacere a rischio di ripetizione, 2001, n. 2-3, pp. 22-30

Il dialogo è centrato sulla questione dell'autorità nelle relazioni tra donne di diverse generazioni. Secondo Fraire il concetto di autorità non è collegato al modello madre-figlia. La tesi di Fraire è che ci sia una sorta di desessualizzazione della donna riconosciuta come maestra da una più giovane che pure entra in una relazione di obbedienza con la sua autorità simbolica.

Corsi, al contrario, ritiene che da parte della giovane donna ci sia un processo imitativo piuttosto che un'obbedienza rispetto alla donna più anziana, il che produce una mancanza di nuove idee e parole.

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Identificazione di un pensiero, di un desiderio, 2008, n. 1, pp. 17-23

"Comincerei dalla domanda che dà il titolo al numero 12 di penser/rêver – “Cosa vuole una donna?” – e che è stata sollecitata da un fatto di attualità, la campagna elettorale di Ségolène Royal per le presidenziali. Mi chiedo però, più radicalmente, se per degli psicoanalisti – e per la psicoanalisi che da sempre non si fa interpellare dalla contingenza – la domanda che Freud formulò a proposito della sessualità femminile, abbia oggi lo stesso significato. Penser/rêver nel suo insieme suggerisce che la domanda di allora vada reinterpretata alla luce, aggiungo io, di ciò che Elisabeth Roudinesco sintetizza molto efficacemente così: “il femminile, in tutte le sue accezioni, è stato la posta principale di un’espansione della psicoanalisi che ha l’aria di una disfatta dell’imago paterna sullo sfondo del declino della famiglia patriarcale” (Roudinesco 2000). Al punto da aver alimentato l’ipotesi che la teoria sessuale relativa al femminile sia stata una mossa controfobica di Freud di fronte al crollo dell’imago paterna, che già si annunciava all’inizio del secolo scorso. Non il padre della preistoria, non il padre simbolico cioè, bensì il padre storico, che non si è più potuto poggiare sull’uomo che abiterà il Novecento.

Una crisi che Jacques Lacan aveva individuato fin dai tempi de I complessi familiari (Lacan 2005). Ho scelto di “entrare” nel dialogo-intervista, La louche et le corbillon, che conclude la parte monografica del numero, di cui sono protagoniste Danielle Margueritat, Nathalie Zaltzman e Michela Gribinski. Il punto di vista maschile è rappresentato da tre uomini riuniti sotto la sigla della redazione, p/r, mentre le psicoanaliste parlano “una ad una”, così permettendo al lettore di cogliere le differenze significative che ci sono tra loro. L’interrogativo che si delinea nelle loro repliche individua alcune questioni cardine che attraversano i fatti dell’attualità e rappresentano altrettante piste, condizioni o intoppi, perché una donna ai vertici della politica possa esprimere una strategia che sia informata del fatto che a pensarla è una donna..."

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Recensioni curate per DWF


MELANDRI LEA, Le passioni del corpo, Torino, Bollati Boringhieri, 2001
rec. di Manuela Fraire, 2001, n. 50-51, pp. 86-92

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