Annarita Buttafuoco

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Articoli scritti per DWF


Il tempo ritrovato. Riflessioni sul mestiere di storica, 1975, anno I, n. 1, pp. 37-47

L'autrice analizza il ruolo delle storiche. Ritiene che la disciplina storica stia attraversando una crisi. Tale crisi è dovuta alla scoperta di una nuova storia che è mitica, ripetitiva e primitiva; a una nuova economia e alla scoperta della lunga durata. Le donne, che vogliono avere a che fare con la storia in quanto disciplina devono prendere in esame una storia totale e non più parziale come lo è stata finora.

Devono rifiutare l'immobilismo culturale esistente e accettare il discontinuo: in una parola, devono esporsi alla storia. Più significativamente, la storica deve restituire alla storia la storia della donna - ad esempio, una storia in cui le donne sono partecipanti attive e soggetti e non oggetti passivi, soltanto agiti. In questo modo, la storia non sarà più concepita come lo è stata fino ad ora, "his-story", o storia dell'uomo. Diventerà storia di tutta l'umanità.

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(a cura di), Se le donne si debbano ammettere allo Studio delle Scienze e delle Arti nobili: discorsi accademici di vari autori viventi intorno agli studi delle donne (la maggior parte recitati dagli autori medesimi) all'Accademia de' Ricovrati in Padova; 16 giugno 1723, 1975, anno I, n. 1, pp. 151-177

Testi offerti nella sezione "Materiali", dai quali possono nascere spunti di ricerche, di riletture critiche, di approfondimento.

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Appunti sul problema storico dell'inculturazione femminile. Note sul Medioevo, 1976, anno I, n.2, pp. 21-47

La donna che conosciamo oggi è il prodotto di un lungo processo storico. In questo processo ha imparato ad essere "femminile" - debole, indecisa, illogica, appassionata, etc. Queste caratteristiche, considerate "naturali" in una donna, sono in realtà qualità che la cultura le ha assegnato, costringendola, attraverso la violenza, il sarcasmo, la paura, ad adeguarvisi. Nel corso di una inculturazione durata secoli è stata educata al punto da voler essa stessa essere debole, sensibile, illogica, materna.

Con il termine 'inculturazione' intendiamo il processo attraverso cui gli individui sono condotti ad apprendere e ad adottare come propri i valori del gruppo cui appartengono, accomodando le loro personalità ai modelli e ai ruoli predisposti dalla cultura, in particolare riguardo alla differenza dei ruoli tra i sessi.

Questo articolo prende in considerazione alcuni testi pedagogici del XIII secolo sull'educazione delle donne, e rende evidente che lo scopo di questi cosiddetti "consigli" è quello di controllare la personalità femminile. Ma al di là di tali consigli e trattati pedagogici l'inculturazione avviene attraverso infiniti altri canali: filastrocche, fiabe, preghiere, i testi delle sacre rappresentazioni medievali. Le bambine sono influenzate culturalmente non solo all'interno della famiglia; oltre alla famiglia hanno davanti a sé l'esempio del comportamento adulto - il comportamento di tutti gli uomini e di tutte le donne.

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(a cura di), El costume de le donne, 1976, anno I, n. 2, pp. 184-201

Poemetto anonimo di carattere popolare, esempio di "Avvertimento di maritaggio", cioè di norme di condotta che una madre forniva alla figlia che andava sposa. La stampa più antica è quella bresciana del 1536. Testo offerto nella sezione "Materiali" come spunto per ricerche o approfondimenti.

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Note della storica, 1976, anno I, n. 3, pp. 154-159

Nelle sue "Note della storica", Annarita Buttafuoco riprende le riflessioni di Umberto Cerroni e si augura che molte discipline si esprimano su questo tema. Per quel che riguarda la storia, Annarita Buttafuoco denuncia la carenza metodologica che fino ad ora ha impedito di impegnarsi su questo problema così importante per la comprensione fra l'uomo e la donna. La storia dei sentimenti è stata un po' trascurata, anche se in Francia si sono già fatti studi interessanti, per esempio sul sentimento religioso.

Eppure, secondo Annarita Buttafuoco, solo attraverso una stretta collaborazione tra la storia e l'antropologia culturale è possibile studiare e comprendere questi livelli di comunicazione dei sentimenti che sfuggono allo storico tradizionale; e soprattutto sarà possibile scoprire l'espressione della donna nel sentimento d'amore.

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Eleonora Fonseca Pimentel: una donna nella Rivoluzione, 1977, n. 3, pp. 51-92

Eleonora Fonseca Pimentel è stata la prima giornalista politica italiana. Partecipò alla Rivoluzione giacobina di Napoli del 1799 con un giornale - il "Monitore Napolitano" - che rimane uno dei documenti più interessanti di quegli avvenimenti drammatici. La storiografia ha per lungo tempo ignorato questa rivoluzionaria o, nel migliore dei casi, l'ha citata come compagna "virile" dei giacobini napoletani.

La scoperta degli atti del processo di separazione matrimoniale di Eleonora fornisce elementi preziosi sulla sua vita privata. Sposata a un capitano dell'esercito borbonico, fu costretta a subire violenze incredibili da parte di un marito rozzo e incolto che non accettava che lei studiasse e che fosse politicamente impegnata. Episodi tragici, come per esempio il rischio di essere gettata dalla finestra, segnano la vita coniugale di Eleonora al punto di spingerla a richiedere la separazione.

La seconda parte dell'articolo è dedicata ai rapporti tra Eleonora e la Rivoluzione: il suo interesse specifico per il popolo, trascurato dai giacobini, e la sua brama ardente di libertà e di riforme ne fanno una rivoluzionaria sensibile a tutti gli aspetti della vita economica e spirituale. Come testimonianza della sua attività resta soprattutto la sua campagna in favore del sistema repubblicano basato sul consenso popolare; da qui nasce l'esigenza di usare il dialetto napoletano anziché una lingua "straniera" come il toscano o lo stesso francese.

Eleonora è stata perseguitata con una violenza tutta particolare dalla Reazione: fu impiccata il 20 agosto 1799 nella Piazza del Mercato di Napoli.

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Dibattito [Un incontro con le autrici dei "Mille volti di Eva"], 1978, n. 8, pp. 121-136

La redazione di "nuova dwf" ha organizzato un dibattito con le realizzatrici di un programma televisivo sull'immagine della donna nelle diverse epoche del cinema. Il dibattito ha messo in evidenza le enormi difficoltà che questa équipe di operatrici ha incontrato all'interno di una istituzione come la Radio Televisione Italiana, con i suoi mille meccanismi burocratici e le mille gerarchie da rispettare, che hanno fortemente limitato le intenzioni di partenza.

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(a cura di), Lavoro a domicilio e sessualità: materiali di una ricerca sul campo, 1979, n. 10-11, pp. 187-210

Si dà conto di un lavoro di ricerca svolto presso la Facoltà di Magistero di Arezzo, nell'ambito di un seminario sul tema "Condizione della donna e società capitalistica" che ha avuto luogo negli anni accademici 1976/77 e 1977/78, al quale hanno aderito diverse cattedre, con ambiti disciplinari "accademicamente" anche molto distanti.

Vengono messi in luce: i problemi metodologici, l'atteggiamento delle studentesse, gli interrogativi sul ruolo della docente, gli spostamenti avvenuti nel corso della ricerca. Seguono i testi (parziali) delle interviste condotte con lavoranti a domicilio. Il materiale è stato raccolto da Nicla Boncompagni, Brunella Bertocci, Dea Innocenti, Teresa Tommasi, Daniela Gambini, Loretta Fabbri, Edi Pucci, Daniela Minici.

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Di "madri" e di "sorelle"… Frammenti su donne/ femminismo/storiografia, 1981, n. 15, pp. 89-104

La ricerca compiuta fino ad ora dalle storiche femministe è consistita nell'accumulare dati e informazioni sulla vita e sulle lotte delle donne, ignorate fino ad ora dalla storiografia maschile. Ma manca una riflessione più approfondita sui metodi di ricerca e soprattutto sulla definizione del campo teorico, che è sia scientifico che politico, della "storia delle donne".

Alcuni problemi, come il senso della memoria storica collettiva, non sono stati oggetto di approfondimento da parte delle storiche femministe. Inoltre le ricerche hanno proceduto senza chiarire i differenti significati di concetti come 'donne' e 'femminismo', che non sono intercambiabili. L'articolo si basa soprattutto sulle ricerche di storiografia sociale e politica condotte dalle storiche statunitensi.

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BUTTAFUOCO Annarita - TURNATURI Gabriella, Molto si è detto e si dirà …Quasi un editoriale, 1981, n. 16, pp. 5-17

L'articolo con il quale si apre la rivista è imperniato sulla politica del movimento cattolico tra il referendum sul divorzio del 1974 (allorché molte organizzazioni cattoliche si pronunciarono per il mantenimento del divorzio in Italia) e quello sull'aborto, per il quale le medesime organizzazioni prendono posizione seguendo le indicazioni della gerarchia ecclesiastica.

Le autrici vogliono dimostrare che per il movimento politico dei cattolici questo referendum rappresenta la possibilità di una ricomposizione ideologica, permette di collocarsi nella società civile in modo egemonico e di occupare i vuoti culturali e politici lasciati aperti, in questi ultimi anni, dalla crisi della sinistra. L'ultima parte dell'articolo è una riflessione sulle differenze di fondo esistenti tra le femministe e le donne che, particolarmente del "dissenso cattolico", si definiscono "femministe cattoliche".

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Cerco casa…, 1982, n. 19-20, pp. 124-126

Spiritosa e veritiera testimonianza dei problemi e degli stati d'animo propri di una giovane donna, emancipata e femminista, che cerca casa.

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"Sprezza chi ride". Politica e cultura nei periodici del movimento di emancipazione in Italia, 1982, n. 21, pp. 7-34

L'articolo esamina i periodici del movimento di emancipazione "laici" (vale a dire né confessionali, né collegati a un partito politico) a cavallo fra il XIX e il XX secolo. Analizza, in particolare, il tentativo da parte delle redattrici di questi giornali di creare una cultura che esalti i valori femminili tradizionali; dall'altro lato compare l'elaborazione di un modello di "donna nuova", particolarmente attiva nell'assumersi i suoi doveri e nella rivendicazione dei suoi diritti.

L'amore, il matrimonio e la maternità sono le categorie fondamentali da rinnovare, per le emancipazioniste dell'inizio del ventesimo secolo: mentre nella primitiva definizione della maternità "emancipata" c'era una forte connotazione potenzialmente rivoluzionaria, in vista della trasformazione della famiglia e dell'identità femminile, il concetto di maternità è caricato ora di valori "biologici", che gli fanno perdere così l'originario contenuto.

Questa prima definizione di maternità si inscrive successivamente in parallelo con una regressione generale di tutti i movimenti emergenti, compreso il movimento operaio. L'articolo studia, inoltre, l'impegno delle emancipazioniste per la creazione di biblioteche specializzate e di scuole "femministe".

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BUTTAFUOCO Annarita - DE LONGIS Rosanna (a cura di), La stampa politica delle donne dal 1861 al 1924 - Repertorio-catalogo, 1982, n. 21, pp. 73-100

Il repertorio-catalogo segnala i giornali femminili fondati dal 1861 al 1924 aventi carattere politico, educativo, sindacale, compresi alcuni numeri unici. Non sono stati inseriti i periodici diretti ad alcune categorie di lavoratrici a carattere prevalentemente tecnico e professionale e quelli di moda e di intrattenimento. Nell'ambito di questi ultimi, però, sono stati inclusi quelli che affrontano, sia pure occasionalmente, temi politici.

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Dalla redazione dell'"Unione Femminile" (1901-1905), 1982, n. 21, pp. 101-141

L'autrice ricostruisce la storia del periodico "Unione Femminile" utilizzando una parte del materiale dell'Archivio Majno. Racconta - prevalentemente attraverso la corrispondenza - l'origine della rivista, il suo sviluppo, il ruolo che vi ebbe la fondatrice Ersilia Majno nel concepirla come strumento di quel femminismo pratico di cui era sostenitrice.

Si analizzano i rapporti con il pubblico, con le collaboratrici, con altre riviste straniere e italiane, i problemi di gestione economica, come anche la posizione in rapporto alla questione della maternità e del voto alle donne.

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Di noi e d'altro…
(a cura della Redazione), 1982, n. 22, pp. 147-153

Scambio di lettere fra diverse parti della redazione in un momento di crisi del progetto e di rottura del gruppo redazionale.

Annarita Buttafuoco e Maricla Tagliaferri denunciano la necessità di riflettere sulla formula della rivista e sul suo significato nel momento attuale del movimento femminista, sulla oscillazione fra essere rivista scientifica e rivista di movimento, sulla scarsa reattività del suo pubblico, sul mancato ricambio di forze al suo interno e nelle committenze. Il blocco della progettualità e l'inasprimento del carico organizzativo sono nel contempo la causa e l'effetto di una rottura di rapporti fra le redattrici che non consente tale riflessione ma riduce tutto a rapporti personali. Rispetto a tutto questo, le scriventi si propongono di trovare altri riferimenti per il futuro della testata.

Rosanna De Longis, Donata Lodi e Gabriella Turnaturi dichiarano di non potere né volere più far parte della redazione, viste le contraddizioni esistenti con la direzione e con la proprietà della testata.

Biancamaria Amoretti Scarcia, Tilde Capomazza, Gemma Luzzi, Maria Teresa Morreale, Dora Stiefelmeier precisano che la "proprietà della testata" è costituita da quel gruppo di donne che nel 1976 ha fondato la rivista mettendoci idee, lavoro ed energie e che dopo qualche anno ha affidato l'intero patrimonio della rivista alla nuova redazione "senza pretesa di utili, senza richiesta di controlli finanziari, senza intervento alcuno sulla linea politica della rivista".

Investita dalla crisi della redazione, che minacciava la continuità della rivista, la proprietà della testata si è preoccupata - in un incontro con le redattrici - di ribadire la sua volontà di garantire tale continuità e di avviare una serie di incontri con donne in grado di esprimere un nuovo progetto riconsiderando collettivamente la funzione politica della rivista e la struttura di produzione necessaria a garantirne l'esistenza.

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Il sentimento della politica, 1982, n. 22. Suppl., pp. 49-60

Nell'aprire la sezione intitolata "Ripensare la storia politica", l'autrice illustra nella prima parte le ragioni generali e specifiche che spiegano l'assenza quasi totale di una storia politica strettamente intesa connessa, direttamente o indirettamente, al movimento. L'interesse dell'autrice nella ricerca che sta conducendo è di verificare se, a partire dall'ottica del movimento delle donne, sia possibile rivedere e modificare e quanto sia possibile cambiare concetti come 'democrazia', 'socialismo', 'politica'.

Le interessa anche indagare quali problemi socio-politici, culturali, generali le donne del passato trovarono sul percorso delle loro lotte, quali strumenti, quali alleanze, quali rapporti, quali conflitti furono capaci di governare. Nella seconda parte esemplifica le sue argomentazioni dando conto della ricerca che sta svolgendo mentre riordina l'archivio privato di Ersilia Majno, fondatrice dell'Unione Femminile.

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Dibattito [Ripensare la storia politica], 1982, n. 22. Suppl., pp. 91-100

Al dibattito su questa sezione intervengono Polda Fortunati, Laura Mariani, Antonella Picchio, Annarita Buttafuoco, Michela De Giorgio.

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Per Flo Westoby, 1993, n. 17, pp. 40-41

Ricordo di una redattrice della prima serie della rivista, morta di recente, con un breve profilo della sua vita, dei suoi interessi e del suo contributo alla rivista.

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MATTESINI Luana (presentata da BUTTAFUOCO Annarita), Scrivere di sé: una rassegna critica sull'autobiografia femminile, 1993, n. 18-19, pp. 28-47

Un ricco e approfondito panorama dei problemi metodologici sollevati da quelle studiose che in anni recenti hanno tentato di valorizzare i molteplici aspetti e forme della rappresentazione femminile di sé e di svilupparne le istanze teoriche.

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Recensioni curate per DWF


"Effe", mensile femminista autogestito
, 1979
rec. di Annarita Buttafuoco, 1979, n. 10-11, pp. 234


Essere donna in Sicilia di S. Mafai et al., Roma, Editori Riuniti, 1976
rec. di Annarita Buttafuoco, 1976, n. 1, pp. 150-151


JAMES A., Il diario. 1889-1892
, a cura di M.A. Saracino, Milano, La Tartaruga, 1985
rec. di Annarita Buttafuoco, 1986, n. 1, pp. 138-139


MONDELLO Elisabetta, La nuova italiana. La donna nella stampa e nella cultura del Ventennio, Roma, Editori Riuniti, 1987
rec. di Annarita Buttafuoco, 1986, n. 4, pp. 91-93


NAVA P., La fabbrica dell'emancipazione. Operaie della Manifattura Tabacchi di Modena: storie di vita e di lavoro, Roma, Utopia, 1986
rec. di Annarita Buttafuoco, 1986, n. 2, pp. 142-144


PIERONI BORTOLOTTI F., La donna, la pace, l'Europa. L'Associazione internazionale delle donne dalle origini alla prima guerra mondiale, Milano, Franco Angeli, 1985
rec. di Annarita Buttafuoco, 1986, n. 3, pp. 121-124


SOLÈ Jacques, L'Amour en Occident à l'epoque moderne
, Paris, Albin Michel, 1976
rec. di Annarita Buttafuoco, A. I, 1976, n. 4, pp. 169-171

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Libri recensiti da DWF


BUTTAFUOCO A., Le mariuccine. Storia di un'istituzione laica. L'Asilo Mariuccia, Milano, Franco Angeli, 1985
rec. di Rina Macrelli, 1986, n. 1, pp. 133-137


BUTTAFUOCO A. - ZANCAN M. (a cura di), Svelamento. Sibilla Aleramo: una biografia intellettuale
, Milano, Feltrinelli, 1988
rec. di Orietta Simona Di Bucci e Francesca Romana Koch, 1989, n. 9, pp. 81-83

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Traduzioni curate per DWF


RUBIN Gayle, Lo scambio delle donne. Una rilettura di Marx, Engels, Lévi-Strauss e Freud trad. di Annarita Buttafuoco, 1976, n.1, pp. 23-65

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SCOTT Joan - TILLY Louise, Emancipazione o integrazione: il lavoro femminile nell'Europa del XIX secolo
trad. di Annarita Buttafuoco,
1976, anno I, n. 4, pp. 11-50

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DAVIN Anna, Maternità e imperialismo
trad. di Annarita Buttafuoco, 1978, n. 6-7, pp. 5-87

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SCHROM DYE Nancy, La solidarietà difficile: femminismo e lotta di classe nella New York Women's Trade Union League (1903-1914)
trad. di Annarita Buttafuoco,
1979, n. 10-11, pp. 26-46

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HUMPHRIES Jane, Classe operaia, lotta di classe e persistenza della famiglia
trad. di Annarita Buttafuoco
, 1979, n. 12-13, pp. 96-121

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ROWBOTHAM Sheila, Il movimento delle donne e la costruzione del socialismo
trad. di Annarita Buttafuoco, 1980, n. 14, pp. 6-74

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FRAISSE Geneviève, Le chiacchierone - Femminismo e moralismo in Francia tra '800 e '900
trad. di Annarita Buttafuoco e A. de Ferrante, 1982, n. 19-20, pp. 127-147

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